Politics – Radio Ciroma http://www.ciroma.org Fri, 13 Oct 2023 19:44:20 +0200 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.9.24 Quel coraggio di aprire la porta e Dire: “Libertà” http://www.ciroma.org/quella-porta-aperta-e-il-coraggio-di-dire-liberta/ Sat, 04 Dec 2021 15:39:03 +0000 http://www.ciroma.org/?p=7927  Non sono sempre e per forza lividi, occhi neri o zigomi sanguinanti. Scrive una donna: "Lui usava i nostri figli come tramite, diceva loro <<Voi non uscite finché non risolvo con vostra madre. E quando non rispondevo alle sue telefonate, lui chiamava i nostri figli e li minacciava>>. In un altro caso il marito, senza giri di parole, minacciava di ucciderla, e lei oggi racconta: "Mi diceva che sarei uscita di casa solo con un articolo di giornale in cui si sarebbe letto della mia morte e, invece, sui giornali è stato scritto di un processo in corso a carico di un uomo violento e di una donna finalmente libera. Oggi so che posso farcela".

Se oggi questa donna sa di potercela fare e, insieme ad altre compagne di viaggio, hanno deciso di narrare i loro incubi domestici è grazie al lavoro del gruppo di auto mutuo aiuto del centro antiviolenza "Roberta Lanzino" di Cosenza. Infatti un gruppo di donne, sopravvissute, "non vittime di violenza" come ci tengono a precisare, coordinate da Erika Gallo, psicologa del centro Lanzino, si sono raccontate nel libretto "La porta. Storie di donne e di libertà", illustrato da Gianluca Gallo e sostenuto dalla rete nazionale D.i.Re. dei centri antiviolenza.

 

Un pamphlet di 30 pagine circa, molto intenso, di cui Radio Ciroma ha seguito la presentazione domenica 28 novembre al Museo del Fumetto di Cosenza. Occasione importante per fare luce sul grave gap normativo, giudiziario e culturale dell'Italia sulle politiche necessarie per la prevenzione della violenza sulle donne. Infatti se da una parte sono poche le denunce, dall'altra, come ha spiegato l'avvocata Chiara Gravina fioccano le cosiddette "denunce strumentali", che nell'immaginario collettivo screditano la donna che "si vuole vendicare o qualcosa se l'è inventata, specie se non presenta un referto medico o se fa passare molto tempo dalla violenza subita alla denuncia".

La stessa Corte Europea dei Diritti a maggio 2021 - aggiunge Gravina - con la pronuncia J.L. contro Italia ha criticato i giudici italiani di avallare stereotipi e un linguaggio quasi "accusatorio" nei confronti delle donne che denunciano. "Anche dal governo attendiamo ancora risposte chiare - sottolinea Antonella Veltri presidente nazionale della rete D.i.Re - perché è stato approvato da poco il piano nazionale antiviolenza, ma senza le linee attuative che devono dare la centralità necessaria alla governance dei centri antiviolenza". E si aspetta ancora che l'Italia attui le politiche necessarie per rendere effettiva la Convenzione di Istanbul ratificata dal Consiglio d'Europa a maggio 2011, che è uno strumento importante di prevenzione. 

di Gianluca Palma

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18-20 Settembre: GEMINI FESTIVAL http://www.ciroma.org/18-20-settembre-gemini-festival/ Thu, 17 Sep 2020 15:23:57 +0000 http://www.ciroma.org/?p=7881 GEMINI FESTIVAL - IL FESTIVAL DELLE RADIO INDIPENDENTI

Ascolta la diretta integrale su Ciroma


Radio, networking, libertà di contenuti. Il sogno di una comunicazione diversa si concretizza nella prima rete di radio indipendenti italiane, Gemini.
Dal 18 al 20 settembre si svolgerà a Perugia nella caratteristica cornice del parco Sant’Angelo, all’interno delle attività previste dal T.Urb.Azioni – Azioni Urbane con il turbo! promosso dall’associazione, Ya Basta! Perugia, il primo festival di Gemini, il network nazionale di radio indipendenti.
Al momento si tratta di una decina di realtà interessate, disseminate in tutto il territorio nazionale, che si sono unite nei mesi scorsi per dare vita a una piattaforma web su cui inserire i materiali delle varie webradio – dirette, podcast, video – e costruire anche contenuti condivisi, con una redazione nazionale in costante contatto.
Il network si è costituito nel mese di maggio, in seguito a un’assemblea telematica partecipata, oltre che dalle realtà radiofoniche anche da molte singole figure che si sono messe a disposizione del progetto. Ma la gestazione della rete affonda le sue radici in Press To, una rassegna radiofonica organizzata da alcune delle radio fondatrici di Gemini nell’aprile 2018 (ripetutasi l’anno successivo nello stesso periodo).
Queste le realtà al momento presenti in Gemini: Radio Sherwood (Padova), Radio Sonar (Roma), Lautoradio (Perugia), Radio Roarr (Pisa), Radio Ciroma (Cosenza), Radio Città Aperta (Roma), Radio No Borders (Milano), Radio Rogna (Sarzana), Radio Beatnik (Campobasso), Neu Radio (Bologna), Better Radio (Biella), Radio Quarantena (Roma), Free Underground Tekno (Milano).
Il Festival, oltre a permettere quindi l’incontro tra le tante radio presenti nel network, avrà diversi momenti laboratoriali e di dibattito riguardanti le tematiche della comunicazione radiofonica, emerse in maniera forte durante il lockdown.
La chiusura totale dovuta alla pandemia di Covid19 in Italia, come nel resto del mondo, ha stimolato la proliferazione di numerose webradio con la relativa produzione di contenuti originali come podcast, approfondimenti e inchieste.
Durante il Gemini Festival si cercherà dunque di definire collettivamente sia lo stato attuale della situazione sia le future traiettorie che lo strumento-radio potrà percorrere a partire dall’attuale contesto.

Ecco il PROGRAMMA del Gemini Festival!
📌VENERDì 18 SETTEMBRE
ore 10-12
Workshop: IN ARIA. LABORATORIO PER LA DISABILITA' E IL DISAGIO MENTALE (Radio Rogna)
ore 10-13
Trasmissioni radiofoniche a cura di Gemini Network
ore 12-13
Workshop: VIDEO DIDN'T KILL THE RADIO STAR: LA RIVINCITA DELL'AUDIO NELL'ERA DEI PODCAST (Giulia Bianconi e Selene Rinaldi di Lorem Ipsum)
ore 14-16
- Workshop: RITMAZIONE. LABORATORIO PER ADOLESCENTI (Radio Rogna)
- Workshop: SPORT E NARRAZIONI (Davide Drago, Sportallarovescia.it; Ilaria Leccardi, Capovolte Edizioni; Laura Collinoli, Festival dello sport raccontato)
Ore 16-17
Workshop: GIORNALISMO AMBIENTALE (Riccardo Bottazzo, il manifesto/EcoMagazine)
ore 17-18,30
Talk Radio: REVENGE PORN E RED ROOM - QUANDO PRENDERSELA CON INTERNET E' PIU' SEMPLICE CHE EDUCARE (Matteo Flora hacker e TEDx speaker; Giuseppe Giordano, Valigia Blu)
ore 19-20
SPECIAL EVENT: LAURA COLLINOLI INTERVISTA Riccardo Cucchi (pagina ufficiale) VOCE STORICA DI TUTO IL CALCIO MINUTO PER MINUTO
Ore 21-22,30
Video Talk: CAPITALISMO DIGITALE E COMUNICAZIONE INDIPENDENTE con Peppe Allegri, saggista


📌SABATO 19 SETTEMBRE
ore 10-12
- Workshop: IN ARIA. LABORATORIO PER LA DISABILITA' E IL DISAGIO MENTALE (Radio Rogna)
- Trasmissioni radiofoniche a cura di Gemini Network
ore 12-13
Talk Radio: FREELANCE, INCHIESTE PRECARIE (Alexander Ricci, Cafébabel; Elena Basso, Centro di giornalismo permanente; Giulio Rubino, Investigate Reporter Project Italy)
ore 14-16
- Workshop: RITMAZIONE. LABORATORIO PER ADOLESCENTI (Radio Rogna)
- Workshop: GIORNALISMO AMBIENTALE E SFERA SOCIAL (Andrea Barolini, Valori.it; Nicolas Lozito, giornalista)
ore 16-17
Workshop: GRAPHIC JOURNALISM (Giacomo Taddeo Traini - GiaTra Comics)
ore 17-18
Workshop: GIORNALISMO D'INCHIESTA (Federica Tourn, giornalista)
ore 18-19
Talk Radio con Cannibali e Re
Ore 19-20
Workshop: Uffici stampa in quarantena: comunicare la musica dentro e oltre la pandemia (Francesca Ceccarelli, resp. ufficio stampa siddARTa press; Antonia Peressoni, resp ufficio stampa Sfera Cubica; Livio Ghilardi, giornalista)
ore 20,30-22
Tavola rotonda: LA COMUNICAZIONE AI TEMPI DELLA PANDEMIA (Tiziana Barillà, giornalista; Antonia Peressoni, resp. ufficio stampa Sfera Cubica; Federica Tourn, giornalista)
📌DOMENICA 20 SETTEMBRE
Ore 14-16
📌 ASSEMBLEA PUBBLICA GEMINI NETWORK

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Noi non ci piegheremo: Ciroma ricorda Peppe Valarioti e Giovanni Losardo http://www.ciroma.org/noi-non-ci-piegheremo-radio-ciroma-ricorda-peppe-valarioti-e-giovanni-losardo-da-40-anni-senza-giustizia/ Sat, 30 May 2020 14:03:48 +0000 http://www.ciroma.org/?p=7840 C’è un pezzo importante della storia d’Italia, storia recente e fondamentale da studiare e conoscere, che viene ricordata e celebrata con iniziative istituzionali ma che non è menzionata sui libri di scuola. Abbiamo da poco ricordato la Strage di Capaci a 28 anni da quel 23 maggio 1992. Quando tutta Italia si rese conto della guerra in atto tra Cosa Nostra, la mafia siciliana dei Totò Riina, Bernardo Provenzano, Leoluca Bagarella e Matteo Messina Denaro contro il cuore sano della nostra Repubblica. Eppure già 10 anni prima il 30 aprile 1982, sempre quel gruppo di uomini "selvaggi e ignoranti", per loro stessa ammissione, si erano sbarazzati di Pio La Torre. Già segretario del PCI in Sicilia, deputato e dirigente nazionale del partito, padre della legge antimafia e del movimento a favore della pace e del disarmo, contro la base missilistica NATO di Comiso, in provincia di Ragusa.

Una storia analoga e altrettanto importante, la scriveva in Calabria, in quegli stessi anni, un gruppo di ragazzi, ispirati da ideali di libertà e giustizia sociale. Dato che ricorre un anniversario importante, proveremo a ricostruirla qui e a condividere insieme una bella pagina di politica in difesa dei più poveri in una delle regioni più povere d’Europa.

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Peppe è giovane, ma non è un ragazzo come gli altri suoi coetanei. Non si limita ad abitare i luoghi in cui è nato. Li vive appieno, li studia. Legge, riflette, ricerca, ripercorre la storia, si documenta su ogni cosa lo circondi. Nutre un forte amore per la conoscenza, per il sapere e per la sua terra che ripercorre, ogni volta che può, in lungo e in largo con Carmela, la sua fedele e inseparabile compagna. Di idee, di principi, di valori, di vita. Non c’è mezza giornata libera dal lavoro nei campi con la sua famiglia, o dalle ore di supplenza a scuola, che Peppe non vada a prenderla con la sua 126 verde. Si mette in moto in quei pochi chilometri di strade di campagna che separano Rosarno da San Ferdinando, dove abita lei, e insieme passano le ore più belle a passeggiare e chiacchierare tra resti archeologici, scorci di verde e promontori a picco sul mare della costa tirrenica, tra Palmi e Vibo.
“Dietro ogni pietra Peppe vedeva la storia e la condivideva con me”, ricorda Carmela. Era appassionato di storia dell’arte e avrebbe voluto riscrivere i manuali scolastici, inserendo pagine di storia regionale, perché diceva che è impensabile “non conoscere l’importanza della nostra terra”.

Peppe Valarioti era uno studioso di filosofia e storia dell’arte. Voleva fare l’insegnante, per un po’ ci è riuscito. Ma era soprattutto un uomo per bene, di sani e robusti principi.
Unico figlio maschio, con 3 sorelle, a cui era fortemente legato. Una famiglia umile, la sua, di contadini, che secondo la cultura per lo più meridionale, vedeva i figli maschi come una fortuna, un’opportunità di emancipazione, sociale e culturale. Una famiglia profondamente cattolica da cui Peppe riceve cura e amore, che lui stesso rivolge ai suoi nipoti, spronandoli a rispettare i doveri e a studiare. Convinto e consapevole che fosse la conoscenza l'unica arma per sopravvivere al meglio in quell'ambiente dove, a separare le case delle persone perbene da quelle dei boss, non erano “100 passi” ma un tramezzo. Spesso muro a muro col proprio vicino. In un piccolo comune di circa 12 mila abitanti e oltre 500 affiliati ai clan. Che già allora, negli anni ‘70, sfruttavano i poveri contadini nei campi che avevano faticosamente conquistato grazie alla riforma agraria, negando loro i frutti del raccolto di agrumi e olive.

Lui, che era contrario a ogni ingiustizia e forma di sfruttamento, andava in giro diffondendo le sue idee di giustizia sociale, diritti e libertà. Non era disposto a tacere. Ed è così che nel suo cammino incontra Peppino Lavorato che rimane subito colpito e affascinato dal fuoco sacro che bruciava negli occhi del giovane Valarioti e, d’accordo con gli altri compagni di partito, lo eleggono segretario della sezione del PCI di Rosarno.
Una notevole responsabilità per Peppe, nonostante i dubbi della sua famiglia, che non vede molto di buon occhio quell’impegno politico, che Peppe sposa come causa personale. I suoi genitori sapevano bene che il ragazzo non si fermava davanti a niente pur di difendere la povera gente. Un giorno, durante la campagna elettorale infuocata che lo vede poi eletto consigliere comunale, nel 1979, dal palco di un comizio urla chiaro e tondo:
“Se pensano di intimidirci non ci riusciranno, i comunisti non si piegheranno mai”.

Peppe Valarioti viene ucciso, con due colpi di lupara, la notte tra il 10 e l’11 giugno 1980, dopo la cena di festeggiamento per l’ottimo risultato del PCI alle elezioni politiche e locali. Muore nella macchina di un compagno, tra le braccia di Peppino Lavorato, in una corsa disperata verso l’ospedale di Gioia Tauro.

Un decennio maledetto e nero per la Calabria. Iniziato con la Città dello Stretto messa a ferro e fuoco dal movimento dei "Boia chi molla" in protesta furiosa contro lo spostamento del capoluogo di regione a Catanzaro. Che negli anni a venire ha visto i primi finanziamenti per la costruzione del polo siderurgico di Gioia Tauro e dell'autostrada Sa-Rc interessare quelle aree arretrate, a prevalenza agricola. Bottino altamente appetitoso per i clan della zona, che avevano la possibilità di passare dal controllo dell'agricoltura al movimento terra.  

Dieci giorni dopo l'omicidio di Valarioti, il 22 giugno, a Cetraro, comune dell’Alto Tirreno Cosentino, viene ucciso un altro esponente comunista. Si chiama Giovanni Losardo, era funzionario della procura della Repubblica di Paola e assessore all'Istruzione del Comune di Cetraro, incarico che aveva scelto dopo aver guidato lui stesso quel municipio tra il ’76 e il ‘78 e aver ricoperto anche l'assessorato ai Lavori pubblici. Amministratore secondo qualcuno "troppo" integerrimo e ligio alla trasparenza e al rispetto delle regole, durante i suoi mandati Losardo cercò di contrastare gli affari illeciti del clan Muto che controllava il commercio ittico e gli appalti, tra cui il progetto di potenziamento del porto di Cetraro.

Sono passati 40 anni da quelle tragedie rimaste senza giustizia, ma di cui è ben chiara la matrice mafiosa e ‘ndranghetistica. Due storie senza giustizia e senza memoria. Quasi del tutto estranee dalla narrazione antimafia del nostro Paese. A conferma del fatto che, alcune zone del sud Italia, sono sempre state vittime, oltre che di un vuoto di Stato, anche di un vuoto di attenzione e narrazione, da parte di media e opinione pubblica.
Eppure la lotta alla ‘ndrangheta ha radici antiche e parla di lotte di classe e bracciantili, a difesa dei contadini di allora. Contro padrini, padroni e caporali. Una lunga linea retta che porta ai nostri giorni, in cui i braccianti hanno solo cambiato colore della pelle. Quella dei lavoratori stagionali che vengono per lo più dal continente africano e dal Medio Oriente.

Per questo la neo trentenne Radio Ciroma, piccola emittente libera e comunitaria, nata a Cosenza nel febbraio del 1990, ha deciso di ricordare ciò che è avvenuto in Calabria 40 anni fa.
Di rispolverare la storia e l’impegno di Peppe Valarioti e Giannino Losardo, due uomini per bene, due politici onesti. Insieme a loro tante altre storie, da quella di Rocco Gatto il mugnaio con la tessera del PCI, ucciso a Gioiosa Jonica il 12 marzo 1977, a quelle più recenti come Giuseppe Tizian e Lollò Cartisano, tra le centinaia di vittime innocenti della ‘ndrangheta. L’organizzazione mafiosa più potente e ramificata al mondo.

Sui canali online e social di Radio Ciroma condivideremo contributi e testimonianze video, fino a un grande evento live con interventi e interviste, che si terrà per forza di cose in streaming, nel rispetto delle normative anti coronavirus.

Seguendo l’insegnamento di Peppe Valarioti: “Se non lo facciamo noi, chi lo farà?”.

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CTRL+ALT+CANC Cosenza Reloaded: Assemblea Cittadina http://www.ciroma.org/ctrlaltcanc-cosenza-reloaded/ Wed, 27 May 2020 16:05:01 +0000 http://www.ciroma.org/?p=7827 Chi stamu passannu?! ci siamo detti ogni giorno per mesi, riflettendo a microfoni aperti sull'assurdo lockdown che abbiamo attraversato. Lo abbiamo fatto pubblicamente ragionando a più voci insieme alle tante associazioni, comitati, realtà sociali che nella nostra città non si sono arrese alla mera conta delle vittime o dei posti letto, ma che hanno cercato, con la discussione e con le azioni concrete, di tenere viva una visione critica su tanti temi: salute, saperi, diritti, beni comuni, stato sociale, cultura, ambiente...

E' il momento di riavviare il sistema, ctrl+alt+canc, ricaricare la città con le migliori energie sociali, per partire con una nuova fase sociale e politica.

Ciroma chiude il palinsesto “emergenziale” con un'assemblea radiofonica aperta a tutti, chiamando ancora una volta La Terra di Piero, FEM.IN. Cosentine in lotta, il Coordinamento Educativo Cosenza, Prendocasa Cosenza, Approdi. Lavoratrici e lavoratori della cultura e dello spettacolo Calabria, Il Comitato Ambientale Presilano, Progetto AZADI, GAIA Galleria Arte Indipendente Autogestita, Fridays For Future Cosenza, Auditorium Popolare Cosenza,  Gemini - Network Radio Indipendenti a confrontarsi sulle tante questioni ancora aperte del nostro territorio.

Ad aiutarci nella discussione:

Alberto Ziparo - ingegnere ed urbanista
Giovanna Vingelli – ricercatrice Uni.Cal.
Claudio Dionesalvi - mediattivista
Gabriele Carchidi – giornalista

Per intervenire in diretta segui e commenta la diretta Facebook, o manda un messaggio al 3664185972

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Primo Maggio: non siamo Carne da Macello http://www.ciroma.org/primo-maggio-non-siamo-carne-da-macello/ Fri, 01 May 2020 15:17:51 +0000 http://www.ciroma.org/?p=7737 Mai come quest’anno la ricorrenza del primo maggio deve assumere una valenza di lotta. L’emergenza pandemica ha reso ancora più evidente la centralità del lavoro nella nostra società. Ma mentre in tv si sprecano gli encomi, la realtà per milioni di lavoratori e lavoratrici è sfruttamento, precarietà, salari da fame e assenza di sicurezza.

Dal personale sanitario a quello della filiera agroalimentare, dai lavoratori e dalle lavoratrici del commercio fino a quelli e quelle impiegate nei lavori di cura, dalle telecomunicazioni ai servizi di pulizia, la consapevolezza di essere essenziali ma di non contare nulla in termini di diritti e tutele è ormai assodata.

La cecità delle istituzioni nei confronti del lavoro nero, sottopagato e privo di garanzie, ha prodotto per milioni di famiglie un’emergenza economica e sociale, oltre che sanitaria.
Invece degli encomi, pretendiamo gesti concreti: aumenti dei salari, stabilizzazioni e internalizzazioni, blocco di affitti, utenze e pagamenti, screening di massa, dispositivi di protezione gratuiti per tutti e tutte. Vogliamo un reddito di base universale che ci emancipi da povertà e ricatto occupazionale.

Vogliamo denunciare le assurde pretese di Confindustria, il vero potere forte del nostro paese, che ci vorrebbe tutti e tutte a lavoro come carne da macello, senza considerare i pericoli a cui le nostre vite sono esposte e le migliaia di morti che questa logica ha già provocato nel nord industrializzato.
Pretendiamo che salute e lavoro non siano due opzioni che si escludono a vicenda, lottiamo affinché il lavoro non si significhi sfruttamento, devastazione e morte per lavoratori, lavoratrici, comunità e ambiente.

Crediamo sia necessario, oggi come non mai, lottare per una società più giusta, che abbia come priorità, non io profitto, ma il benessere e la felicità di tutti e tutte noi.

USB COSENZA
COBAS COSENZA

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