Berkin Elvan – Radio Ciroma http://www.ciroma.org Fri, 13 Oct 2023 19:44:20 +0200 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.9.24 Istanbul: sul sequestro del giudice Mehmet Selim Kiraz http://www.ciroma.org/1090/ Tue, 31 Mar 2015 22:03:13 +0000 http://www.ciroma.org/?p=1090 20 giorni fa ricorreva il primo anniversario della morte di Berkin Elvan, per questa occasione si riversarono nelle strade di Okmendanı, quartiere di Istanbul, centinaia di persone per ricordare il giovane ucciso dalla polizia durante gli scontri di Gezi Park. (http://www.ciroma.org/?p=998)

In seguito alle manifestazioni, svoltesi per chiedere giustizia per l’uccisione del giovane, sono state decine gli arresti per i militanti del Devrimci Halk Kurtuluş Partisi/Cephesi (DHKP/C)(Fronte Popolare Rivoluzionario di liberazione), uno dei tanti partiti dichiarati dalla Turchia organizzazione terroristica.

Questa mattina in uno dei palazzi di giustizia di Istanbul due militanti del DHKP/C hanno sequestrato nel suo ufficio il procuratore Mehmet Selim Kiraz. Il procuratore,  responsabile del processo per la morte del giovane Elvan, è ritenuto dai movimenti turchi un complice dell’omicidio di stato del giovane. i militanti, uno studente della Istanbul University e un giovane avvocato, chiedevano un’accelerazione per la risoluzione del caso Elvan e la condanna dell’assassino del giovane entro le prime ore del pomeriggio.

Nonostante le lunghe trattative tra i militanti del DHKP/C e la polizia turca, trattative che secondo i blog e le pagine facebook vicine al partito stavano andando a buon fine, intorno alle 19.00 la polizia ha dato il via al raid nel palazzo di giustizia. Il raid ha portato alla morte dei due guerriglieri che detenevano in ostaggio il procuratore. Il procuratore, ferito durante l’irruzione delle teste di cuoio turche, è stato condotto in ospedale dove è morto durante un’operazione.

C’è da segnalare che le notizie in merito alla vicenda in Turchia sono state filtrate dalla censura messa in atto da Erdogan, censura che limita la libertà di stampa ed espressione nel paese.

I media in Turchia così come in Italia non menzionano l’arresto di solidarizzanti, giornalisti ed avvocati presenti sotto il palazzo di giustizia oggi pomeriggio. Dopo diverse ore di chiusura dei canali, ritorna on line la pagina di Halkın Sesi TV, tv vicina al partito, dalla pagina si leggono gli inviti a leggere i fatti successi oggi non superficialmente ma come l’inizio di una nuova rivolta popolare in Turchia per la giustizia sociale.

I presunti terroristi sono stati uccisi, così com’è stato ucciso per mano della polizia- e non per mano dei suoi sequestratori- il procuratore. Probabilmente non sarà mai fatta giustizia per Elvan così come le tante vittime di Stato in Turchia e nel mondo.

Dopo la notizia dell’uccisione dei due giovani militanti del DHKP/C sono scesi nelle strade di Okmendanı decine di militanti del partito e solidarizzanti continuando così la resistenza contro la repressione dello stato turco e delle politiche dell’AKP.

Chi sa quanti in Italia e nel mondo conosceranno la verità su quanto è successo oggi nel palazzo di giustizia di istanbul…

alcuni aggiornamenti e dettagli da blog turchi:

http://t24.com.tr/haber/berkin-elvan-davasina-bakan-savci-mehmet-selim-kiraz-adliyede-rehin-alindi,292104

https://www.facebook.com/Okmeydaniii?fref=ts

https://www.facebook.com/HalkinSesiTV2014

Elma Battaglia- Finestra sul vicino oriente

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Turchia: durante i cortei per ricordare la morte di Berkin Elvan esplode la rabbia contro lo stato di polizia imposto dall’AKP http://www.ciroma.org/turchia-durante-i-cortei-per-ricordare-la-morte-di-berkin-elvan-esplode-la-rabbia-contro-lo-stato-di-polizia-imposto-dallakp/ Sat, 14 Mar 2015 14:44:34 +0000 http://www.ciroma.org/?p=998 Il 12 marzo 2014, dopo 269 giorni di coma, Berkin Elvan è morto nell’ospedale di Ankara. Il ragazzo di 15 anni che fu colpito alla testa da un candelotto dei lacrimogeni sparati ad altezza uomo, durante le proteste del giugno 2013, in Piazza Taxim per la difesa di  Gezi Park; da quel giorno Berkin Elvan non si è più svegliato. Proprio qualche giorno fa ricorreva il primo anniversario della sua morte. L’11 marzo scorso, infatti, sono scese nelle piazze di Istanbul, Ankara e Izmir migliaia di persone per ricordare il ragazzo ucciso ingiustamente dalla polizia.

Subito dopo il grave incidente, nel 2013, Erdogan ha provato a far credere al mondo intero che la repressione e la violenza della polizia in piazza Taxim durante i giorni della protesta fossero indirizzate contro i famosi «black bloc». Il caso del giovane Elvan è la dimostrazione lampante del fatto che il premier non ha fatto altro che insabbiare la verità di una delle tante morti di stato. La sera in cui Elvan è stato colpito dal candelotto era semplicemente uscito di casa per andare a comprare il pane. Il giovane non stava neppure partecipando alle dimostrazioni di quei giorni, eppure un candelotto di 850 grammi l’ha raggiunto al capo.

Mercoledì sono state decine di migliaia le persone scese in piazza da Ankara ad Istanbul, da Tekirgag ad Izmir. Sono stati diversi i collettivi studenteschi che hanno organizzato boicottaggi, proteste, sit-in, striscionate, volantinaggi e marce commemorative nelle sedi scolastiche ed universitarie di İstanbul. Proprio ad Istanbul c’è stato il numero più alto di arresti e in particolare alla Yildiz Tecnik University, sono stati arrestati 5 studenti del dipartimento di architettura per un sit-in non autorizzato e altri 10 manifestanti mentre versavano vernice rossa sulle scale di Gezi Park.

La protesta più partecipata e conflittuale, con duri scontri tra polizia e manifestanti, si è svolta nel quartiere di Okmeydanı dove i manifestanti hanno costruito vere e proprie barricate mentre la polizia lanciava via aerea i gas lacrimogeni e dai Toma, le vetture da guerra che utilizza normalmente la polizia turca per reprimere le proteste, venivano i forti getti degli idranti. I candelotti dei gas hanno colpito anche numerose finestre delle abitazioni del quartiere provocando non pochi danni anche all’interno delle stesse.

Attraversando le strade del quartiere a qualche ora dagli scontri, esso si presenta come un campo di battaglia. Alla dura repressione della polizia i manifestanti non si sono arresi, hanno risposto con frombole, giochi pirotecnici, sono state sabotate le numerose telecamere di sorveglianza, mentre i militanti armati del Fronte Popolare, riconoscibili tra i manifestanti per essere bardati di rosso, hanno risposto alla polizia con il lancio di Molotov e con colpi di arma da fuoco. Dalla polizia sono stati presi di mira anche numerosi reporter, proprio come durante le proteste di Gezi Park, molte delle loro apparecchiature sono andate distrutte.

La rabbia nelle strade delle grandi città della Turchia è esplosa di nuovo, nonostante quotidianamente si viva un forte stato di polizia, dove la repressione e gli arresti per motivi politici sono all’ordine del giorno. Le genti non restano impotenti, rispondono alla repressione nonostante in queste settimane si stia discutendo presso il Parlamento turco il nuovo DDL sulla sicurezza.

Finestra sul vicino oriente @Elma

berkin

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