Palestina – Radio Ciroma http://www.ciroma.org Fri, 13 Oct 2023 19:44:20 +0200 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.9.24 Cosenza per la Palestina, mercoledì presidio di solidarietà. http://www.ciroma.org/cosenza-per-la-palestina-mercoledi-presidio-di-solidarieta/ Mon, 11 Dec 2017 10:55:54 +0000 http://www.ciroma.org/?p=4665 Nella scorsa settimana il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato l'intenzione di trasferire l'ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme, riconoscendo quest'ultima come capitale di Israele. Questo è un chiaro segnale di disprezzo verso le comunità arabe. 

Gli abusi e i soprusi che Israele commette da quando ha occupato i territori palestinesi non si sono mai fermati. Il popolo palestinese si è trovato a dover convivere con uno stato che opprime ed uccide grazie anche alla complicità dell'occidente. 

Da subito i palestinesi hanno invaso le piazze e le strade, arrivando a scontarsi ripetutamente con le truppe israeliane. Si contano già diversi morti e centinaia di feriti, tra questi molti sono bambini. Ancora una volta il popolo palestinese è chiamato ad opporsi con ogni mezzo, con il lancio delle pietre contro i carro-armati, all'oppressione e alle violenze dello stato invasore dei suoi territori. 

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Cosenza è da sempre una città solidale verso i popoli in lotta. Anche questa volta le cosentine e i cosentini scenderanno in piazza per sottolineare la loro solidarietà e la loro vicinanza alla resistenza del popolo palestinese. L'appuntamento è per mercoledì 13 Dicembre, alle ore 16.30, presso piazza XI Settembre. 

      

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“Quando vedo loro vedo noi” – il video che lega i Neri d’america alla Palestina http://www.ciroma.org/quando-vedo-loro-vedo-noi-il-video-che-lega-i-neri-damerica-alla-palestina/ Fri, 16 Oct 2015 09:55:16 +0000 http://www.ciroma.org/?p=1721  

Di Mattia Gallo

La cantante afroamericana Lauryn Hill insieme ad altri artisti ed attivisti afroamericani è comparsa in un video diffuso il 14 ottobre in rete, a firma “Solidarietà Nera – Palestinese”, a difesa dei diritti dei neri negli Stati Uniti e dei Palestinesi in terra di Palestina. La vicinanza della cantante afroamericana alla lotta di resistenza in Palestina era stata manifestata nel mese dello scorso maggio quando decise di cancellare una data prevista a Tel Aviv , aderendo di fatto al movimento “Boycott Divestment and Sanctions – Boicottaggio Disinvestimento e Sanzioni” per fare pressione affinchè la politica di Israele cambi e si ponga fine alla sua occupazione, riconoscendo pieni diritti ai Palestinesi. Insieme ad Hill circa 60 artisti ed attivisti neri e palestinesi manifestano la solidarietà nera – palestinese in questo video. Ci sono artisti come Boots Riley o il gruppo rapper palestinese DAM, e compare anche Angela Davis. Si leggono cartelli come “Gaza è con Baltimora” e “Solidarietà da Ferguson alla Palestina”. Come si legge nelle note di seguito al video “Abbiamo scelto di costruire uno con l’altro spalla a spalla una lotta contro la violenza sanzionatoria di Stato. Una violenza che si manifesta con la velocità di proiettili e manganelli e gas lacrimogeni che bucano i nostri corpi. Abbiamo scelto di unirci tra noi in resistenza non perché le nostre lotte sono le stesse, ma perché ognuno di noi lotta contro le forze formidabili del razzismo strutturale e le tecnologie carcerarie e letali dispiegati per mantenerle. Da Ferguson a Gaza, da Baltimora a Gerusalemme, da Charleston a Betlemme, saremo liberi. Black Palestinian Solidarity”. Le organizzazioni che hanno lavorato in collaborazione al video sono: The Dream Defenders, BYP 100, the DC Palestinian Film and Arts Festival, the Institute for Middle East Understanding, Jewish Voice for Peace, and the Arab Studies Institute-Quilting Point Productions.

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No pasaran. Viaggio utopico nel cuore della Palestina http://www.ciroma.org/no-pasaran-viaggio-utopico-nel-cuore-della-palestina/ Sun, 22 Mar 2015 00:10:55 +0000 http://www.ciroma.org/?p=1038 “Go away from my land”, “Go away from my land”, “Go away from my land”. Sbatteva da una parte all’altra la trecciona biondo cenere di Amira, sfiorando appena le ingombranti uniformi dei giovani soldati israeliani che l’attorniavano, osservandola inebetiti dietro scuri occhialoni alla moda. I loro corpi non percepivano il ritmico e petulante ondulare di quei capelli ribelli, di quelle punte scolorite che paiono mille fruste impazzite. Nulla poteva il flebile tocco di quelle setolose schegge contro il corpo multi-strato di quei piccoli golem, contro i nevi intorpiditi di quelle colonne istoriate. Niente geroglifici, però, nessun simbolo arcaico. Solo un’infinita catena di tasche e canne spianate, di elmetti slacciati e di fronti madide di sudore. Amira urlava a piena voce, il suo respiro si faceva sempre più corto, i suoi occhi color pece iniziavano a spandere gocce di petrolio. Il suo volto, ora, era un delta di lacrime, irriconoscibile. Li piangeva tutti assieme, Amira, quei 14 interminabili anni di giochi mancati, di piedi nudi, di strade malconce, di odio e polvere, di resistenza e macerie. Li piange anche adesso, Amira, rinchiusa nella piccola e maleodorante cella della prigione militare israeliana di Ofer, in Cisgiordania. Ci è finita dentro 4 mesi fa, strappata dal suo povero letto nel cuore della notte. “Dobbiamo fargli delle domande, deve venire con noi”: un piano sequenza di pochi secondi e Amira non c’è più. Dietro la cinepresa, i difensori dell’abuso che s’è fatto Stato, del Verbo che s’è fatto sangue, palestinese. Fuori fuoco, la mano tesa di una madre, fuori fuoco, le urla di un padre, costretto in ginocchio. La sofferenza dei giusti non fa ascolto, meglio i “piani americani”. Ecco, appunto. I “piani americani” nascondono sempre qualcosa: non vediamo mai la terra su cui poggiano i piedi. Amira scompare presto da quella tragica inquadratura, non la vediamo più, trascinata come un vecchio sacco di patate, al di sotto delle ginocchia degli uomini senza percezione […]

[Continua, non si sa dove, non si sa quando]

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