polizia – Radio Ciroma http://www.ciroma.org Fri, 13 Oct 2023 19:44:20 +0200 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.9.24 I Collettivi: “Fuori la polizia dalle scuole e dalle università” http://www.ciroma.org/studenti-fuori-la-polizia-dalle-scuole-e-dalle-universita/ Fri, 20 Oct 2017 08:15:48 +0000 http://www.ciroma.org/?p=3991  Negli ultimi giorni nelle scuole di Cosenza stiamo assistendo ad un aumento progressivo delle irruzioni e dei controlli della polizia. All'Unical la logica del controllo si è palesata sia con la progressiva chiusura degli spazi democratici e fisici, sia con la quotidiana presenza delle forze dell'ordine all'interno dell'ateneo.


Come si può pensare che sia la presenza delle forze dell' ordine a garantire la sicurezza se la maggior parte delle scuole calabresi risulta essere non a norma e se gli spazi universitari, come aule e alloggi, sono in balia dell' abbandono e del degrado? Di quale sicurezza si sta parlando?

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E' evidente come gli occhi vigili dei noti inquisitori, nazionali e locali, dirigano il loro sguardo verso chi sta alla base della piramide sociale senza mai guardare al vertice.
E' altrettanto evidente che tanto i presidi delle scuole quanto il rettore dell' Università si rendono complici di un vero e proprio processo di criminalizzazione generazionale.


Una generazione perennemente sotto ricatto, tanti di noi sono costretti a scappare via per mancanza di reddito, opportunità lavorative, oppure costretti a lavorare in nero o senza essere retribuiti, in condizioni di totale sfruttamento.
Con l' alternanza scuola-lavoro e i tirocini universitari (entrambi non retribuiti) siamo costretti ad allenarci nella palestra della precarietà.

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Scuole e università, nelle logiche governative, devono fabbricare automi non pensanti pronti ad adattarsi e sopravvivere a qualsiasi condizione.
Valutati, sfruttati, sorvegliati e puniti, questo è il trattamento che ci vuole riservare chi pensa di decidere sulle nostre vite.


Basta ricatti! Nei luoghi del sapere la polizia non ha potere!
Riprendiamoci tutto!


Collettivo Autonomo Studentesco Cosenza
Progetto Azadi

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Scuola, polizia nelle aule, la rabbia degli studenti http://www.ciroma.org/collettivo-autonomo-studentesco-istituti-cosentini-invasi-da-pastori-tedeschi-e-divise-blu/ Wed, 18 Oct 2017 15:14:05 +0000 http://www.ciroma.org/?p=3968 Questa mattina gli studenti e le studentesse di Cosenza si sono visti irrompere nelle loro scuole pastori tedeschi e divise blu. In una città dove regnano corruzione, malapolitica e malaffare, il questore Conticchio e il procuratore Spagnuolo non hanno niente di meglio da fare che interrogare centinaia di giovani che frequentano le piazze di Cosenza e inviare la polizia a fare irruzione nelle scuole. Il tema della sicurezza nelle scuole è molto attuale, pensiamo per esempio al recente caso del Liceo Scientifico "Enrico Fermi" , in Calabria il 75% degli istituti scolastici necessita di interventi urgenti. E' possibile che per la questura e per i presidi delle scuole  la sicurezza degli studenti deve essere relegata esclusivamente a irruenti blitz della polizia? 

Pubblichiamo di seguito il comunicato del Collettivo Autonomo Studentesco. 

I giovani cosentini sono ormai da tempo presi di mira dalla questura e dal procuratore Spagnuolo per quanto riguarda lo spaccio (soprattutto di erba) in città, ne sono evidente testimonianza i bliz avvenuti sotto gli occhi di tutta la cittadinanza nei luoghi d'incontro dei ragazzi di Cosenza e Rende, passando al setaccio più di 150 ragazzi, ma nessuno poteva pensare che sarebbero addirittura arrivati ad invadere gli edifici scolastici.
Volanti, poliziotti in borghese e cinofila, retate e fermi di amici o conoscenti, hanno suscitato in noi studenti molte riflessioni e domande.
Possibile che se il vero problema di una citta come Cosenza sia lo spinello fumato a scuola o in qualsi altro luogo?
Cosa vuole dimostrare la procura attraverso questi controlli?
Si pensa realmente che la soluzione allo spaccio e al consumo di stupefacenti sia il fare retate, facendo passate adolescenti come narcos?
O pensiamo che possano far parte di una serie di azioni che facciano capire chi è che "comanda"?
L'unica certezza che possiamo avere è che questi blitz sono inaccettabili in una scuola pubblica, atteggiamenti intimidatori e repressivi che portano solamente alla criminalizzazione dei giovani.
La scuola è un luogo di formazione ed istruzione, o almeno così dovrebbe essere, non è possibile che per risolvere un problema si ricorra alle forze dell'ordine, che altro non fanno se non spaventare gli studenti, e non si riesca a creare e promuovere momenti di confronto e dibattito.
Noi studenti non vogliamo essere controllati in un luogo che dovrebbe servire ad informare e formare.

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Cose sicuramente non contemplate questa mattina al Lucrezia della valle, dove hanno fatto irruzione 3 camionette della polizia con più di 4 cani, per perquisire ogni singola classe dell'istituto, e non solo. Cominciando dal piano terra, hanno aperto borsellini, zaini e armadietti, arrivando fino ai bagni dove hanno smontato rubinetti e mattonelle, con una violenza immane, hanno continuato rovistando spazzatura, smontando porte e finestre, accompagnati dalle vicepresidi della scuola che hanno permesso questo terribile spettacolo senza battere ciglia.
Le divise blu e i loro fedeli pastori tedeschi non si fermeranno davanti a nulla e nei prossimi giorni torneranno sicuramente a fare visita al Della Valle, nel frattempo saranno sicuramente controllate altre scuole.
Militarizzazione, controlli e perquisizioni non sono accettabili, noi studenti non possiamo sopportare che venga fatta irruzione nelle nostre classi, nel nostro cortile, nella nostra scuola.
VIA LA POLIZIA DALLE NOSTRE SCUOLE!

Seguiranno aggiornamenti...
 

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Turchia: durante i cortei per ricordare la morte di Berkin Elvan esplode la rabbia contro lo stato di polizia imposto dall’AKP http://www.ciroma.org/turchia-durante-i-cortei-per-ricordare-la-morte-di-berkin-elvan-esplode-la-rabbia-contro-lo-stato-di-polizia-imposto-dallakp/ Sat, 14 Mar 2015 14:44:34 +0000 http://www.ciroma.org/?p=998 Il 12 marzo 2014, dopo 269 giorni di coma, Berkin Elvan è morto nell’ospedale di Ankara. Il ragazzo di 15 anni che fu colpito alla testa da un candelotto dei lacrimogeni sparati ad altezza uomo, durante le proteste del giugno 2013, in Piazza Taxim per la difesa di  Gezi Park; da quel giorno Berkin Elvan non si è più svegliato. Proprio qualche giorno fa ricorreva il primo anniversario della sua morte. L’11 marzo scorso, infatti, sono scese nelle piazze di Istanbul, Ankara e Izmir migliaia di persone per ricordare il ragazzo ucciso ingiustamente dalla polizia.

Subito dopo il grave incidente, nel 2013, Erdogan ha provato a far credere al mondo intero che la repressione e la violenza della polizia in piazza Taxim durante i giorni della protesta fossero indirizzate contro i famosi «black bloc». Il caso del giovane Elvan è la dimostrazione lampante del fatto che il premier non ha fatto altro che insabbiare la verità di una delle tante morti di stato. La sera in cui Elvan è stato colpito dal candelotto era semplicemente uscito di casa per andare a comprare il pane. Il giovane non stava neppure partecipando alle dimostrazioni di quei giorni, eppure un candelotto di 850 grammi l’ha raggiunto al capo.

Mercoledì sono state decine di migliaia le persone scese in piazza da Ankara ad Istanbul, da Tekirgag ad Izmir. Sono stati diversi i collettivi studenteschi che hanno organizzato boicottaggi, proteste, sit-in, striscionate, volantinaggi e marce commemorative nelle sedi scolastiche ed universitarie di İstanbul. Proprio ad Istanbul c’è stato il numero più alto di arresti e in particolare alla Yildiz Tecnik University, sono stati arrestati 5 studenti del dipartimento di architettura per un sit-in non autorizzato e altri 10 manifestanti mentre versavano vernice rossa sulle scale di Gezi Park.

La protesta più partecipata e conflittuale, con duri scontri tra polizia e manifestanti, si è svolta nel quartiere di Okmeydanı dove i manifestanti hanno costruito vere e proprie barricate mentre la polizia lanciava via aerea i gas lacrimogeni e dai Toma, le vetture da guerra che utilizza normalmente la polizia turca per reprimere le proteste, venivano i forti getti degli idranti. I candelotti dei gas hanno colpito anche numerose finestre delle abitazioni del quartiere provocando non pochi danni anche all’interno delle stesse.

Attraversando le strade del quartiere a qualche ora dagli scontri, esso si presenta come un campo di battaglia. Alla dura repressione della polizia i manifestanti non si sono arresi, hanno risposto con frombole, giochi pirotecnici, sono state sabotate le numerose telecamere di sorveglianza, mentre i militanti armati del Fronte Popolare, riconoscibili tra i manifestanti per essere bardati di rosso, hanno risposto alla polizia con il lancio di Molotov e con colpi di arma da fuoco. Dalla polizia sono stati presi di mira anche numerosi reporter, proprio come durante le proteste di Gezi Park, molte delle loro apparecchiature sono andate distrutte.

La rabbia nelle strade delle grandi città della Turchia è esplosa di nuovo, nonostante quotidianamente si viva un forte stato di polizia, dove la repressione e gli arresti per motivi politici sono all’ordine del giorno. Le genti non restano impotenti, rispondono alla repressione nonostante in queste settimane si stia discutendo presso il Parlamento turco il nuovo DDL sulla sicurezza.

Finestra sul vicino oriente @Elma

berkin

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