rifugiati – Radio Ciroma http://www.ciroma.org Fri, 13 Oct 2023 19:44:20 +0200 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.9.24 Per chi non suona la campanella. Un progetto per integrare i minori rifugiati http://www.ciroma.org/per-chi-non-suona-la-campanella/ Mon, 03 Dec 2018 13:23:27 +0000 http://www.ciroma.org/?p=7036  Sono uniti dall’esperienza di un lungo viaggio per raggiungere un futuro migliore in Europa compiuto senza un adulto di riferimento. Si tratta dei minori stranieri non accompagnati. Secondo i dati raccolti al 26 novembre dal ministero dell’Interno sono il 15% dei migranti giunti in Italia via mare nel 2018. Anche se il Governo italiano con il “decreto sicurezza”, approvato in via definitiva dal Parlamento, intende razionalizzare il ricorso al Sistema di protezione per i minori stranieri non accompagnati, nel 2017 le domande di protezione internazionale presentate da questa categoria sono state circa 10 mila. E gli alunni con cittadinanza non italiana nell’a.s. 2016-17 hanno raggiunto il 9,4% dell’intera popolazione scolastica.

Questi numeri aiutano a delineare un tema. Come includere i migranti nel percorso educativo nazionale e, quindi, nella società che li ospita. «Gli Stati di accoglienza hanno il compito di integrare i migranti nei sistemi educativi. Serve una preparazione adeguata degli insegnanti, anche per combattere i pregiudizi», è il monito dell’Unesco nel rapporto mondiale sull’educazione 2019. Da queste prerogative è partito Enable, progetto transnazionale che intende sviluppare un modello formativo per supportare i minori rifugiati nel rafforzare le proprie competenze. Lo hanno illustrato le ricercatrici Valentina Zecca e Sara Mazzei nell’aula Caldora dell’Università della Calabria. Enable è un progetto Erasmus+ a cui partecipano il Dipartimento culture, educazione e società e il laboratorio Occhialì dell’Unical con l’Università di Schwäbisch Gmünde, l’ong Back on Track (Germania), l’Università di Gävle (Svezia) e l’Università di Muğla (Turchia).


 


Spiegano le due curatrici, che fanno parte del centro studi Occhialì (su Radio Ciroma conducono la trasmissione Naranj) diretto dal prof Alberto Ventura: «Spesso ci troviamo a citare classifiche e statistiche sugli arrivi ma parliamo di persone e non di numeri. L’idea nasce tra Svezia e Germania proprio sulla spinta dell’arrivo di profughi siriani. Si intende, da un lato, includere i ragazzi rifugiati nel sistema formativo ma anche aumentare le competenze di educatori e mediatori culturali». Continua Valentina, 34 anni: «Ci troviamo difronte a lacune educative di soggetti vulnerabili. Nel primo workshop di Enable che si è tenuto al Social lab di Berlino nel mese di febbraio abbiamo iniziato a raccogliere con gli altri partner informazioni e bisogni formativi della comunità arabofona. In particolare, la ong tedesca Back on Track lavora da anni sull’integrazione scolastica dei minori siriani rifugiati Lì ci siamo focalizzati su questa comunità ma il progetto è aperto a qualsiasi nazionalità».
La metodologia scientifica impiegata nei workshop di Enable, hanno spiegato Zecca e Mazzei, intende favorire soluzioni adatte al contesto d’origine e alla cultura di appartenenza per rafforzare l’efficacia nell’apprendimento dei minori rifugiati. Nel giugno 2018 il team di lavoro è stato all’Unical per una tre giorni, a settembre sono volati in Svezia e a gennaio 2019 visiteranno la Turchia. Dalle idee e le testimonianze dirette raccolte negli incontri lanceranno una piattaforma online di apprendimento e materiale didattico per insegnanti scolastici e mediatori culturali.
«Il confronto con l’esperienza tedesca e svedese è centrale per comprendere le politiche multiculturali» sostiene Sara, 29 anni. Aggiungendo come «in Italia gli indirizzi e i principi sostengano l’interculturalità ma in pratica le risorse siano frammentarie e manchi un coordinamento centrale, in attesa anche delle nuove disposizioni in materia…».


 


In conclusione, alcuni operatori che lavorano nel settore dell’accoglienza hanno espresso perplessità sulla prassi diffusa di procedere all’iscrizione dei minori rifugiati presso i CPIA che li pone in un ambiente frequentato anche da adulti, non sempre didatticamente adatto alla loro età e separati dai loro coetanei. Annalisa, 28 anni, operatrice allo Sprar di Celico, segnala: «Due ragazzi di 16 anni presenti nel nostro Sprar non si possono iscrivere alle scuole superiori perché non hanno un certificato di licenza media». E Karima, 34 anni, mediatrice culturale da 12 anni in Italia, sostiene: «I ragazzi devono imparare la lingua del luogo in cui vivono. E non credo aiuti farli andare in paesini, dove hanno difficoltà a comunicare».

PV

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Amantea: ennesimo caso di sfruttamento sui rifugiati (AUDIO) http://www.ciroma.org/amantea-ennesimo-caso-di-sfruttamento-sui-rifugiati-audio/ Fri, 22 Sep 2017 11:10:47 +0000 http://www.ciroma.org/?p=3458  Ad Amantea, popoloso centro del basso tirreno cosentino, è stato scoperto l’ennesimo caso di caporalato. Le vittime, ancora una volta, sono alcuni ragazzi con status di rifugiati politici. Quest’ultimi venivano prelevati nelle vicinanze del centro di accoglienza “Ninfa Marina” e costretti a lavorare in nero in un’azienda agricola locale.

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I titolari, tratti in arresto, sono accusati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, aggravati dalla discriminazione razziale.
I lavoratori venivano retribuiti in base al colore della loro pelle.
Al contrario di quanto affermato dal capitano dei Carabinieri, il centro di accoglienza non è esente da responsabilità, a sostenerlo è Emilia Corea della campagna LasciateCIEntrare.

Ascoltiamola

      Rifugiati : intervista Emilia Corea

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Eran trecento, eran uomini donne e bambini, e s’accalcavano ai confini! http://www.ciroma.org/eran-trecento-eran-uomini-donne-e-bambini-e-saccalcavano-ai-confini/ Sun, 21 Jun 2015 10:34:15 +0000 http://www.ciroma.org/?p=1361 «Eran trecento, eran uomini donne e bambini, e s’accalcavano ai confini!

Me ne andavo al mattino a passeggiare
quando vidi una barca in mezzo al mare
era una barca trascinata dai venti
senza bandiera, colma di malcontenti;
davanti Lampedusa s’è fermata
è stata un poco, poi l’hanno intercettata
l’hanno intercettata ed è venuta a terra
sceser coi volti bassi, e a noi non fecer guerra

Sceser coi volti bassi, e a noi non fecer guerra
ma spauriti misero piede a terra
a uno a uno li guardai nel viso
senza scarpe, con un sacco e il cuore diviso
lì, gli dissero: “ladri, tornate a casa vostra”,
ma la casa è di tutti, non è la nostra;
e li sentii mandar un solo grido:
“siam venuti per vivere, non per il vostro lido”

Con gli occhi grandi e i capelli color notte
un giovane scappò ma furon subito botte
mi feci ardito e verso la celere puntai il dito:
“non potete fare questo”, gridai
“sono nostri fratelli, occhio o saranno guai”
e assaggiai anch’io il manganello
di chi con lo scudo protegge
l’infamia e la vergogna della legge

Quel giorno non volli più passeggiare
e in mezzo a loro decisi di restare
due volte si scontraron con gli uomini in divisa
e l’una e l’altra la dignità rimase uccisa;
ma quando si trovaron nel CIE accalcati ai muri,
s’udirono megafoni e grida di giovani sicuri,
e tra fumo, urla e scintille
piombarono davanti al CIE più di mille

Eran trecento, sbattevano i pugni,
parean milioni, pieni di sogni:
ora, dietro le sbarre a Ponte Galeria
si cuciono la bocca contro la barbarie;
finché lottar li vidi con loro restai,
ma a un tratto venni men, né più guardai
non vedevo più in mezzo alle finestre rotte
quegli occhi grandi e quei capelli color notte

Eran trecento, figli di un’umanità vera, e ora sono sulla scogliera!».

 

(20 giugno 2015, Giornata mondiale del rifugiato)

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