Etimologia

a cura del prof. Francesco Di Biase

La voce ciroma si compone di due elementi: un radicale latino, cera, divenuto cira passando nel nostro dialetto, ed un suffisso -oma con valore tendenzialmente dispregiativo. Nella mia ricerca sul lessico cosentino in uso nella media valle della sinistra del Crati fino a Cosenza, ho incontrato, oltre a ciroma, differenti termini di struttura analoga, che mi fanno da testimoni: fracoma (marciume), caloma (caldo asfissiante), sintôma (sonnolenza precorritrice di fastidi più gravi). Ciroma e fracoma, registrati in un vocabolario del 18951, si mostrano dunque presenti nella nostra espressione, alla fine del XIX secolo. Caloma e sintôma, invece, sono ancora vivi nella lingua parlata e risultano usati anche nel dialetto albanese del mio paese, San Martino di Finita, nella grafia kallomë, nascosta a sua volta dalle desinenze dei casi delle varie declinazioni. Questi vocaboli in -oma sembrano avere le stesse caratteristiche di ematoma, granuloma, epitelioma, ecc., coniati dalle scienze mediche con il significato non certo piacevole di infiammazione, con preciso riferimento a sìntomo, nel concetto originario di segno, indizio, dal greco sýmptôme, avvenimento fortuito. Per quanto riguarda cira, si può dire che in passato indicava forse anche il cerume, visto che il latino cerumen è attestato più tardi nel latino medievale. Il collegamento semantico tra il suffisso cera e -oma è costituito dal senso di chiasso, fracasso, attribuito a ciroma. Sembrerebbe qui, che il senso negativo espresso con -oma riguardi l’orecchio simboleggiato dalla metafora cera, perché cerumen – come già detto – è posteriore. A conti fatti, la ciroma è il chiasso che, metaforicamente, va oltre la cera di protezione delle orecchie, penetra fin nei cèlami per mettere in moto qualcosa. La voce è forse di origine dotta e coniata sulla base degli altri modelli sopraccitati in -oma. Faccio osservare inoltre che molti altri termini hanno lo stesso contenuto, sia pure con sfumature diverse. Ne ricordo alcuni: arribìeddru, rimuràta, bìrbia, ciambaddròtta, scena, lòtanu, pappagaddràta, parapìglia, barabùglia, shtrùsciu, chiàssu ed altri certamente mi saranno sfuggiti.

1 cfr. Accattatis L. (1895) Vocabolario del dialetto calabrese, Tipografia Patitucci, Castrovillari