In Italia, con tutta evidenza, c’è un mortorio sociale. Dai tempi di Genova, almeno. Con l’eccezione del movimento NoTav, in Italia altri movimenti sociali non esistono, né vi sono stati altri autunni caldi , e su questo potremmo ragionare molto ma non qui. Il risultato di questa assenza prolungata è stato (in ordine sparso e senza pretesa esaustive): Berlusconi e le olgettine, Monti, Letta, Renzi e il PD della Leopolda, la Fiat di Marchionne, le legge truffa elettorale, mafia capitale, la privatizzazione dei servizi pubblici, l’abolizione dell’articolo 18, l’incredibile riforma della scuola, licenziamenti, disoccupazione, servilismo, impoverimento generale, l’iPhone 6 plus,l’Expo, gli F-35, e chissà quanto altro. Non basta? Vogliamo ancora prendere sberle? Gli scienziati denunciano i pericoli del cambiamento climatico, molti economisti ci mettono in guardia circa i rischi della scandalosa accumulazione di ricchezza da parte dell’1% della popolazione. I governi se ne fregano e fanno scelte politiche ultraliberiste. E noi vogliamo ancora prendere sberle? Noi non ce la sentiamo di dire ai più giovani di starsene buoni, che tutto si aggiusterà. L’attuale classe dirigente è la più oscena e corrotta che si sia mai conosciuta: non vuole risolvere i problemi dei cittadini ma solo arricchirsi. Non si può continuare a pensare che, in fondo, la si riesca a persuadere. E contro di essa è impossibile usare solo gli strumenti di una democrazia ormai svuotata. Il nostro è un sistema economico che distrugge ambienti e comunità, che scatena guerre e crea diseguaglianze impressionanti e poi, per tutta risposta, si leggono reazioni indignate per qualche vetrina di multinazionale (quelle che delocalizzano e precarizzano senza nemmeno pagare le tasse) andata a pezzi! Eppure il disegno di Renzi&C. è chiaro, la strada tracciata: modello americano, ossia politiche iperliberiste, stato di polizia, servitù, competitività estrema in tutte le relazioni. Per avere ciò, e non altro, dovremmo liquidare libertà, azione comune, democrazia partecipativa, buona vita. Non ci stiamo. Stiamo invece dalla parte di chi protesta, di chi non ha smesso di sognare i sogni, anche quando rovina la festa di qualche ricco annoiato. Non è passato troppo tempo da quando nelle strade di Cosenza riecheggiavano parole come “Siamo tutti sovversivi” o “nessuna pace senza giustizia”. A tutti i cittadini ma ai più giovani in particolare ricorderemo la Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti d’America”: quando una lunga serie di abusi e di malversazioni, volti invariabilmente a perseguire lo stesso obiettivo, rivela il disegno di ridurre gli uomini all’assolutismo, allora è loro diritto, è loro dovere rovesciare un siffatto governo”.