Intervista, durante “Le Strade del Paesaggio” a Stefano “S3keno” Piccoli, autore di “GUERRILLA RADIO. Vittorio Arrigoni. La possibile utopia”, edito dalla Round Robin e presentato, lo scorso sabato 10 ottobre, in anteprima nazionale, qui a Cosenza.
La fine e l’inizio. Il volontariato. Le elezioni nella Repubblica Democratica del Congo come osservatore internazionale. La Palestina, sempre. E poi l’interposizione non violenta, il blog, Piombo Fuso, i videomessaggi, Roberto Saviano, la guerra «se possiamo davvero chiamarla guerra», gli scudi umani e Gaza, nuovamente Gaza.
Guerrilla Radio è Vittorio Arrigoni, per gli amici Vik: «umanissimo e imperfetto come tutti noi».
E «Restiamo umani» non è soltanto un facile slogan. Sono le parole con cui chiudeva gli articoli del suo blog o delle testate di cui era corrispondente. Parole che rappresentano ancora oggi quei valori di solidarietà e uguaglianza per i quali ha dedicato la sua intera vita, fino alla notte del 14 aprile 2011 in cui è stato rapito e poi assassinato dal terrorismo jihadista salafita. Vittorio era un attivista, un narratore sensibile, un pacifista, un ragazzo che aveva deciso di vivere nella Striscia di Gaza, accanto al “suo” popolo palestinese. Un percorso realmente umano, le cui radici affondano nel concetto del prossimo prima ancora di quanto possa significare essere un reporter di guerra.
Stefano “S3Keno” Piccoli (Roma, 1970). Nei primi anni ’90 fonda il cult magazine Katzyvari per poi proseguire con il proprio personaggio Il Massacratore che diventa un’icona del fumetto indipendente italiano di quella decade. Collabora con Comic Art, Play Press, Magic Press, Eura Editoriale e Tunué, per cui pubblica i graphic novel Roots 66 (2008) eKuore nella notte (2014). Oltre al fumetto, si occupa di grafica creativa, giornalismo musicale e direzione artistica di eventi, tra i quali l’ARF «Festival di storie, segni e disegni».
Di seguito l’intervista integrale:
Link utili:
Guerrilla Radio, lo storico blog di Vittorio Arrigoni
Il blog di Stefano “S3keno” Piccoli
Redazione @La kultura è una verdura