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A Donnici la lotta va avanti. Sentenza del TAR annulla il progetto del Centro raccolta rifiuti

A Donnici la lotta va avanti. Sentenza del TAR annulla il progetto del Centro raccolta rifiuti.
Lo scorso 21 gennaio il TAR di Catanzaro si è espresso con una sentenza positiva per il Comitato Difesa del Territorio Donnici  in merito al progetto del comune di Cosenza che intendeva costruire un centro di raccolta rifiuti in località Albicello. I giudici hanno accolto il ricorso perché il progetto non possiede la valutazione di impatto ambientale (VIA). Il progetto, per ora, è stato dunque arrestato! Una grande vittoria che testimonia l’importanza di una lotta comune, condotta non da sparuti professionisti degli accordi partitocratici, bensì da persone comuni, gente che mai, prima dell’autunno del 2013, avrebbe pensato di scendere in strada, dare vita a presidi, manifestazioni, insomma persone che di certo non si possono, nella stragrande maggioranza dei casi, definire militanti di sorta. A Donnici, piccola frazione della città bruzia, si ha testimonianza reale di quello che significa combattere, senza gerarchie e leaderismi, per il proprio territorio. Infatti, quando gli abitanti hanno scoperto, casualmente, l’intento del Comune si sono subito allarmati e hanno chiesto lumi a chi, si pensava all’epoca, potesse dare risposte, ossia il primo cittadino l’Architetto Mario Occhiuto.  Le risposte, tuttavia, erano fumose, del tutto poco convincenti così è nato, alla fine del 2013, il Comitato Difesa del Territorio di Donnici. Da subito si sceglie di avere una forma assembleare, ci si rifiuta di avere leader, rappresentanti e delegati: il principio che vale è quello della condivisione. Un’inedita forma di lotta che non trova molti altri esempi da queste latitudini. Ciascuno fornisce il proprio contributo: un gruppo di esperti tecnici e legali comincia a studiare il progetto e quelli che prima erano sospetti con carte alla mano, diventano certezze. Si apre una lotta fatta di presidi mattutini nei pressi del cantiere, che hanno registrato un’efficace partecipazione. La costante attenzione del Comitato ha individuato, durante i lavori, la presenza di sostanze pericolose, 
come amianto e zinco, che fuoriuscivano dal terreno di riporto che era servito a costruire un traballante accesso al sito. Questo ha permesso di effettuare una serie di denunce.  L’area andava necessariamente bonificata da quelle sostanze finite là perché, a seguito di un disboscamento selvaggio del luogo era stato effettuato un trasporto di terreno per poter discendere nel letto del fiume, effettivamente di letto di fiume si parla perché la distanza del cantiere, fra l’altro aperto senza alcuna segnalazione e cartellonistica, alla faccia delle più elementari norme in materia, sorge a pochi metri dal fiume, un fiume che negli anni cinquanta non disdegnò di esondare provocando numerosi danni.  Un corposo dossier è stato presentato pubblicamente,  distribuito alla stampa, nonché a numerosi enti competenti, per scongiurare, attraverso una capillare opera di informazione dettagliata, la costruzione di questa struttura. A questo si è aggiunto un ricorso al TAR durante il quale il Comitato è stato affiancato dal Forum ambientalista e quindi si è giunti all’oggi con una sentenza da parte del tribunale amministrativo che rende nullo il progetto del comune di Cosenza. Una parte del paese ha scoperto il senso decisivo di una lotta condivisa e portata avanti con determinazione e convinzione, le tensioni e la stanchezza di una guerra di logoramento non hanno piegato il Comitato. Dai palazzi del potere non sono mancate parole di estremo disprezzo nei confronti di una comunità che si è autorganizzata ed è rimasta libera da condizionamenti partitocratici. Il Comitato di Donnici è stato ed è attualmente, una delle pochissime voci in città che si oppone alla politica del sindaco in carica. L’opposizione libera non piace al potere perché non è in vendita, perché persegue non l’interesse peculiare ma, semplicemente, dice no a qualche cosa che snatura l’intera vita di una comunità. Un brindisi e un augurio a che il Comitato continui la sua battaglia, perché la guerra contro il CRC non 
è da intendersi come conclusa e il rischio di colpi di mano è sempre in agguato. La battaglia è inoltre, continua perché è da sottolinearlo, il Comitato, non si oppone solo alla costruzione del CRC ma  intende perseguire ogni atto utile alla trasformazione, in positivo, dell’ambiente per una gestione diretta del territorio di questa frazione che sia finalmente libera da condizionamenti e ingerenze.

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