Dall’autunno del 2014 in Irlanda è attiva una consistente, partecipata ed attiva mobilitazione contro la decisione del governo di imporre una tassa sull’acqua. Ci sono state dal novembre fino ad oggi grosse manifestazioni a Dublino ed in tutto il paese, da quelle con 100 mila persone a Dublino dell’autunno 2014, passando per le manifestazioni con decine di migliaia di persone a Dublino a Marzo ed Agosto 2015, fino alla recente mobilitazione dello scorso 26 gennaio che solo nella capitale irlandese ha visto scendere in piazza 20 mila persone e molte altre nel resto del paese. Mentre in Italia la mobilitazione per il referendum sull’acqua del 2011 sembra essere stato un passaggio importante, ma quasi da consegnare agli archivi storici, in Irlanda continua la mobilitazione dal basso a difesa dell’acqua come bene comune.
Di seguito un’intervista a Oisin Fagas, giovane attivista di Dublino impegnato nel comitato di quartiere contro la tassazione sull’acqua Stoneybatter Against Water Tax
Di Mattia Gallo
Il 19 novembre 2014, il governo Irlandese ha annunciato una tassazione sull’acqua, seguita da molte e partecipate proteste in tutto il paese, a partire dal novembre del 2014 fino all’ultima del 24 gennaio 2016, data in cui solo a Dublino hanno sfilato più di ventimila persone e molte altre in tutto il resto del paese. Quali sono i claims di chi protesta?
La rivendicazione principale è che l’acqua è un bene pubblico che dovrebbe essere pagato attraverso la tassazione progressiva e dovrebbe, nella misura in cui il suo consumo domestico è concepito, essere libero al punto di suo utilizzo. Inoltre, dato come il modello Irish Water (corpo semi-statale che sta aumentando la tassazione dell’acqua e le spese di supervisione) è stato istituito, e come si sta investendo sull’acqua, e come viene gestita, ci sono serie preoccupazioni che è l’inizio di un processo che alla fine porterà alla privatizzazione dell’acqua. In particolare, in relazione all’ultima manifestazione del 24 gennaio, il nostro messaggio è che le proteste per l’acqua non svaniranno nel nulla, aldilà di quale sia il risultato delle nostre prossime elezioni. Non permetteremo ad interessi proprietari e dei governi di svendere beni pubblici, e mettere l’onere dell’ austerità sui più vulnerabili della società. La maggior parte delle grandi proteste europee (guerra in Iraq, le tasse degli studenti, ecc) negli ultimi dieci anni sono state in grado di generare grandi numeri che non sono stati sostenute fino in fondo. Questo movimento, d’altra parte, è auto-organizzante, basato sulle comunità, e non sta andando via. Esso non mostra segni di declino.
Cosa è e quando è nato “Stoneybatter against Water Tax”? Che tipo di attività e iniziative caratterizzano la vostra organizzazione? E’ vero che esistono varie organizzazioni di base presenti nei quartieri che si oppongono alla tassazzione sull’acqua? Pensi sia un modo efficace per incrementare la partecipazione democratica dal basso?
Stoneybatter Against the Water Tax è stato istituito in risposta agli operatori dell’Irish Water che hanno installato dei contatori d’acqua nella nostra comunità. Abbiamo organizzato blocchi per tenere i loro camion e le loro macchine fuori dal nostro quartiere. A differenza di alcune aree, non abbiamo avuto successo nel mantenere contatori d’acqua fuori Stoneybatter, anche se abbiamo rallentato il processo in maniera massiccia. Stoneybatter ha sette ingressi e non abbiamo avuto le risorse o le persone a blocco per tutte e sette le entrate per dieci ore al giorno per un periodo indefinito. Questo perché si tratta di una comunità mista, con un sacco di anziani che non sarebbero in grado o disposti a partecipare a quel livello di azione diretta; ma è anche una zona di elevato livello di occupazione in cui le persone sono fuori dalle loro case per tutto il giorno di lavoro; ci sono anche un sacco di studenti, i quali, in Irlanda, sono notoriamente non coinvolti nelle loro comunità di adozione locale. E, va detto che sempre più, si tratta di un atomizzata, comunità di classe media. Eppure, spesso abbiamo avuto molte persone coinvolte nel blocco, e molti altri, tra cui le imprese, in sintonia con noi. L’azione diretta è quello che forma il nostro gruppo, ma dopo la fine del nostro blocco si è conclusa, la maggior parte del nostro tempo è stato impiegato nella promozione di un boicottaggio, promuovendo marce, organizzazione di assemblee pubbliche, gestione di bancarelle, mettendo in moto la propaganda e mostrando solidarietà, quando possibile, con altri gruppi di comunità. Dove il nostro gruppo era più utile, a livello nazionale, è stato nel nostro uso dei media – tradizionali e nuovi-, soprattutto quando si trattava di evidenziare la violenza della sicurezza privata e di come hanno operato nella zona in collusione con le forze di polizia. La sicurezza privata spesso arrivava ogni mattina in passamontagna ed ha assalito i manifestanti paicific (donne incinte e donne anziane sono state anche aggredite) fino a quando si sono rotti i blocchi. Il nostro gruppo ha evidenziato in modo efficace queste azioni, che finora non avevano guadagnato un sacco di trazione al di fuori dei gruppi comunitari organizzati. A Dublino, in quasi tutte le comunità, e in ogni città in Irlanda, ci sono gruppi di comunità auto-organizzate che si oppongono alle tariffe dell’acqua. È il più grande esempio di partecipazione democratica dal basso a cui ho assistito nella mia vita, e l’unica cosa paragonabile ad esso nella recente storia irlandese sono gli scioperi degli inquilini di Dublino negli anni ’60. Ma questo è molto più grande; questo è nazionale. Storicamente, questo livello di base della partecipazione democratica attiva non esiste dalla fondazione dello Stato; in termini di partecipazione nazionale di base potrebbe essere paragonata solo alla guerra d’indipendenza (1919-1921) e le guerre di terra che iniziate nel 1870. Esso ha suscitato resistenze attive della comunità contro l’austerità, e, per la maggior parte, è una resistenza venuta da comunità che si sono auto-organizzazate ed hanno cooperato tra di loro. Per quanto riguarda la mia esperienza, la maggior parte dei gruppi sono sia democratici che dinamici.
Il 2016 è l’anno delle elezioni generali in Irlanda. Pensi che la tassazione sull’acqua dovrebbe essere una questione elettorale?
In Irlanda abbiamo un servizio sanitario disfunzionale che prevede un trattamento a due livelli, sempre supponendo che esso preveda un trattamento per tutti, e una crisi degli alloggi che sta distruggendo il tessuto della società irlandese. Uno stato forte ed attivo sembra necessario per affrontare la natura sistemica di questi problemi. Le tariffe dell’acqua sono una questione importante nelle elezioni, ma a prescindere dell’esistenza o meno di soggetti che vadano al potere simpatizzanti con il nostro movimento, noi combatteremo l’ Irish Water e sconfiggeremo questa caricadi austerità. Ed accadrà a livello comunitario.