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Renzi e Cosenza: storia di un coito interrotto

Non si può dire che il povero Matteo non ci stia provando. Tenta disperatamente dal novembre del 2014 di consumare il suo misero amplesso con i cosentini, ma non ce la fa. Dalle nostre parti, come quasi in ogni buco d’Italia, ormai, il suo political appeal sta inopinatamente scemando. Solo i fantocci del suo Partito Unico s’aggrappano disperatamente alla gonnella dell’ex sindaco di Firenze. Come stamattina, dove i Magorno e i Presta di turno hanno sfilato dinnanzi agli occhi soddisfatti del Premier più blindato e meno amato dagli italiani.

Fuori dalle stanze ovattate, i tutori della pubblica sicurezza hanno girato l’ennesimo capitolo di un film che malauguratamente sembra non conoscere mai fine. Il set, questa volta, quello di una Cosenza Vecchia presidiata fino all’inverosimile. Celere e Digos all’inseguimento della Cosenza dei Comitati (Prendocasa e Piazza Piccola), dei movimenti, degli studenti medi e universitari, la Cosenza che non si arrende al degrado e all’abbandono del suo Centro Storico, la Cosenza che non tollera passerelle, ma pretende rispetto e dignità.

Ci chiediamo perché i tutori dell’ordine si dimostrino sempre così solerti nel tarpare le ali della sana rabbia popolare e non si accorgano di essere vittime, anche loro, di un sistema repressivo e depressivo che ha trasformato la macchina statale in un apparato di potere spettacolare e centralizzato. No Pd, no Party!

Di seguito, il comunicato ufficiale del Cpoa Rialzo:

Chi non è gradito non annuncia la sua venuta e così ha fatto il “caro” presidente del consiglio Renzi, memore dell’ultima giusta accoglienza che gli abbiamo riservato il 21 Novembre 2014. Nonostante l’improvvisata il comitato Prendocasa, il comitato Piazza Piccola, studenti universitari e medi hanno cercato di oltrepassare l’enorme dispositivo repressivo messo in campo dalla questura per ribadire la loro contrarietà alle politiche neoliberiste messe in campo dal governo non eletto di Renzi. Dalle 12 di questa mattina fino a qualche ora fa ci siamo riappropriati del centro storico della nostra città attraversandolo come facciamo quotidianamente questa volta per aggirare i blocchi della polizia posti a limitazione della nostra libertà. L’assurdità delle misure di contenimento è arrivata finanche ad impedirci, proclamato lo scioglimento del corteo, di ritornare alle nostre attività quotidiane. La città è di chi la vive. UNA SOLA GRANDE OPERA: CASA, REDDITO E DIGNITA’ PER TUTT*!

 

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