Politics

Forme di contropotere e quartieri

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Le Assemblee di quartiere diventano uno dei  principale  strumenti di percorso partecipativo che conferisce nuova vitalità alla sfera sociale e a quella civile .La recente vicenda degli abitanti di Cosenza Vecchia diventa un esempio concreto di  come si possa passare dal silenzio e dalla rassegnazione alla realizzazione di vere e proprie forme attive di partecipazione.

Le periferie di Cosenza sono diventate il luogo in cui negli ultimi venti anni si è concentrata la nuova urbanizzazione della città ed è aumentata la densità abitativa, spesso in maniera disorganica e senza una visione complessiva. Questo ha portato a diverse urbanizzazioni non completate,  a immobili invenduti, se non addirittura a veri e propri quartieri fantasma.

A questo si aggiungono la carenza di servizi e di centri aggregativi, l’agonia del commercio di prossimità e dei mercati rionali, che contribuiscono a rendere alcuni quartieri dei semplici “dormitori” e che impoveriscono le occasioni di interazione sociale, alimentando un senso diffuso  di precarietà e di solitudine.

Il comitato di quartiere diventa allora una forma di  governance “orizzontale” che riattiva le relazioni e consente alla cittadinanza di esprimere creatività e idee.

La sfida è quella  di riuscire a contaminare le periferia della nostra Città con assemblee di quartiere sull’esempio di Cosenza Vecchia, con la proposta della costituzione di

 “Tavoli di quartiere”, in altre parole assemblee permanenti cui partecipano molteplici attori sociali, assieme ai cittadini.

L’obiettivo:

-favorire la coesione sociale attraverso idee e pratiche frutto della collaborazione tra associazioni e residenti;

-attivare forme di welfare di comunità per richiedere servizi efficaci volti all’inclusione sociale, alla ricostruzione di relazioni e di senso dell’appartenenza processi spazzati via dall’acuirsi della crisi economica;

-valorizzazione degli spazi pubblici  spesso male utilizzati se non addirittura abbandonati e lasciati al degrado.

Tutto ciò può diventare realisticamente pratica politica.

Contagiare le nostre periferie con il modello del Comitato del Centro Storico per valorizzare il principio dell’autonomia che è un valore da conquistare dal basso che non può essere imposto dall’alto  che trova fondamento nella pratica del quotidiano, nella vita di ogni giorno che si declina a partire da una forte presa di coscienza individuale e collettiva  che definisce il proprio spazio d’azione a partire proprio dai luoghi del vissuto, dalla casa al quartiere, dagli spazi dediti allo svago ai luoghi di lavoro.

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