Forte la commozione di ieri da parte di tutti gli occupanti che hanno inteso dare valore e riconoscenza a Vittorio prematuramente scomparso con una targa scoperta dal piccolo Rayen.
Tre anni di occupazione raccontate attraverso una mostra fotografico e video che accompagnano il visitatore attraverso le tappe salienti dai primi giorni dell’occupazione ai continui tentativi di sgombero .
Ferdinando militante storico di Prendocasa racconta quella storia.
La composizione sociale delle occupazioni è cambiata nel tempo. A Palazzo Gandolfini convivono immigrati comunitari ed extracomunitari nuclei familiari o singoli monoreddito colpiti dalla perdita del lavoro o disoccupati e precari di lungo corso.
Questo cambiamento di figure all’interno delle occupazioni ha prodotto comunità che si sono interrogate sulla convivenza e sulla multiculturalità, riuscendo a superare pregiudizi e guardare ai veri colpevoli
Presenta quella che sarà la tappa successiva, un progetto di auto recupero che per sua originalità rappresenta un esperimento unico nel suo genere . Sperimentazione guardata con interesse anche in altre parti d’Italia . Cosenza si conferma ancora una volta laboratorio politico da cui trarre suggerimenti.
I movimenti di lotta per la casa in questi ultimi anni hanno fatto un salto di qualità politico., intuendo che la questione della casa non è slegata dalla precarietà .
Casa, reddito e lavoro le parole che campeggiano sugli striscioni che coprono i muri di Palazzo Gandolfini.
La casa è un bene primario da svincolare dalle logiche di mercato non bisogna usare altro cemento e consumare altro suolo, ma bisogna utilizzare ciò che esiste. I palazzi vuoti nella nostra città ne sono più che un esempio.
Recuperare e non cementificare, ristrutturare e non costruire.
Da Palazzo Gandolfini è iniziata la costruzione di una città per abitanti e non per utenti.
La casa è un diritto e lo difenderemo.
Occupare è giusto!