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Logiche del profitto, controllo sociale, omologazione strisciante: che fine farà Internet?

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Alla desertificazione sociale davvero potremo sopperire interagendo e chattando con le tante comunità virtuali? Alle disfunzioni della tanto declamata democrazia si potrà sopperirà attraverso una sua estensione nella dimensione elettronico-virtuale? Internet un grande supermercato interattivo dell'intrattenimento e della mercificazione esasperata.

Pur rimanendo uno strumento prezioso per i movimenti di opposizione sociale per la stragrande maggioranza degli utenti resta solo un contenitore dove reperire indici di borse, immagini porno, numeri del superenalotto, insomma puro e semplice intrattenimento peraltro quasi sempre di bassa qualità culturale ecc…

Il valore di comunicazione orizzontale resta indelebile in virtù della struttura stessa della rete, ma viene sempre più marginalizzato, opacizzato dalla luce delle grandi insegne luminose, dal richiamo delle sirene del grande affare del secolo.

In altre parole, la rete resta uno strumento dal carattere poliedrico, la cui versatilità consente utilizzi differenti e talora alternativi, a seconda degli interessi dei fruitori. Purtroppo, però, gli artigli delle logiche del profitto con sempre più aggressività si scagliano contro  il bi/sogno di libertà.

Ci troviamo quindi dinanzi la prospettiva di una sorta di “colonizzazione dell’immaginario” una colonizzazione che investe e sussume l’intero “villaggio globale” all’interno delle logiche predominanti del consumo e del profitto.

Nella secondo puntata di “Comunicazione e movimenti “ con Francesco Caruso affrontiamo i temi del rapporto tra mondo virtuale e movimenti sociali.

Dalle prime sperimentazioni di reti interconnesse all’utilizzo dei social ma nel contempo l’amara considerazione che forse qualcosa non ha funzionato.

Ascolta l’intervista

      caruso

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