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Invochiamo giustizia per la morte di Maurizio e lotta al lavoro nero!

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In un paese normale la priorità dovrebbe essere data alla tutela della vita di ogni essere umano e quando la normalità della vita quotidiana diventa pericolosa, addirittura mortale, la politica e le cosiddette istituzioni dovrebbe prendere provvedimenti.

I numeri delle morti bianche forniti dall’Inail ad inizio Luglio sono un piccolo bilancio di guerra, ai 1104 morti sul lavoro certificati (e chissà quanti altri, nei campi e nei cantieri, schiavi e vittime del lavoro  nero!) dobbiamo purtroppo aggiungere il cosentino Raffaele Tenuta, da tutti conosciuto come Maurizio.

Poco dopo l’inaugurazione in pompa magna del pilone del ponte di Calatrava, dopo 4 mesi di agonia, Maurizio è morto e, secondo la famiglia, a cui va tutta la nostra solidarietà e la disponibilità a qualsiasi forma di sostegno, la dinamica dell’incidente non è quella ufficiale data in un primo tempo.

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Sarebbe tutt’altro che una novità il fatto che, per evitare le conseguenze legali dei lavori in nero, i datori di lavoro lascino al loro destino gli operai anche dopo gravi incidenti sul lavoro. Anche in questo caso, secondo la famiglia, dopo l’incidente avvenuto nel cantiere del ponte di Calatrava (e non su un albero!) l’azienda avrebbe mandato il lavoratore non all’ospedale ma a casa,per sfuggire alle responsabilità legali.

In ogni caso, sebbene, lo ribadiamo, purtroppo non inusuale la vicende assume comunque contorni gravissimi, per cui alla procura chiediamo di fare luce e giustizia presto e con determinazione. Bisognerebbe prendersela finalmente con i padroni del mattone di questa città e con la barbarie dei loro cantieri, senza controlli e vero regno incontrastato di criminalità e lavoro nero, pericoloso e sottopagato.

Occhiuto dovrebbe impegnarsi meno nei selfie e più per far rafforzare i controlli su chi costruisce le opere comunali perché, lo informiamo visto che la cosa forse gli sfugge, quando si affidano lavori pubblici nei contratti si possono includere clausole di tutela stringente sulle condizioni lavorative e il comune può e deve esercitare un rigoroso potere ispettivo. Ovviamente, a costo di scontentare i tanti amici del sindaco che con il mattone e lo sfruttamento dei lavoratori ci lucrano abbondantemente.

La fortuna di Occhiuto è di avere un’opposizione ancora peggiore della sua maggioranza: difatti, se i cantieri sono il regno dello sfruttamento e del lavoro nero, senza controlli e spesso mortale, dobbiamo ringraziare l’opera scientifica del PD e dei suoi alleati che grazie ai voucher, al job acts, all’abolizione dell’art.18 ed ai costanti tagli all’ispettorato del lavoro ha precarizzato ulteriormente le condizioni lavorative e fornito tutti i mezzi agli sfruttatori per cercare di uscirne indenni. Sull’opposizione comunale meglio tacere perché, al di là dell’inconsistenza di tanti e dello sbraitare scomposto contro i migranti e per il decoro urbano di alcuni, sugli abusi del mattone e la vergogna dei cantieri illegali il silenzio di tutti è veramente assordante.

Ecco, oltre all’accordo su un’altra fiera del mattone come la metro-leggera, Occhiuto e il Pd condividono in toto l’idea del lavoro e della sicurezza: sicurezza di impunità per i padroni e zero controlli, stipendi da fame,rischi e precarietà per gli operai.Poco importa se i tanti Maurizio ci lasciano pure la vita!

Francesco Campolongo, segretario circolo Gullo-Mazzotta Rifondazione Comunista Cosenza

 

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