Sono passati poco più di 4 mesi da quando il progetto #RestartCosenzaVecchia ha cominciato a prendere forma, ad alimentarsi delle aspettative delle cosentine e dei cosentini, a mescolarsi con pudore e determinazione nelle fitte maglie dei quartiere del Centro Storico. E in poco più di 4 mesi, il progetto, ideato e realizzato da Il filo di Sophia e il Comitato Piazza Piccola, lo possiamo dire, ha già raggiunto risultati impensabili all’inizio del percorso. Dopo la première del 23 giugno scorso, che ha visto la partecipazione di tantissimi artisti e l’invasione “poetica” delle vineddre, l’intitolazione, nel mese di luglio, di Piazzetta San Tommaso alla memoria dell’indimenticato “attore sociale” cosentino Totonno Chiappetta, per giungere, infine (almeno per il momento), all’appuntamento di venerdì scorso, 22 settembre, specificamente pensato per coinvolgere attivamente lo storico quartiere di Santa Lucia.
Un quartiere denso di contraddizioni, ma colmo di risorse umane, energie inespresse, desideri reconditi; un quartiere multiculturale che ha spalancato le porte metaforiche della sua polverosa piazza, puntellata, qua e là, da rifiuti per nulla accoglienti; un quartiere agitato dalla numerosa presenza di bambini che, nei pomeriggi, trasformano la piazza in un campo di gioco all’aperto dove l’unica regola a vigere è quella della spontaneità e della libera espressione. Così, #Restart, con il fondamentale aiuto di pittori (Gianluca Salamone), scultori (Christian Cosentino) e writer (Alessio Longo), è penetrato nel quartiere, si è confrontato con i residenti, ha stretto amicizia con i bambini, ha dialogato con le signore, creando, sin da subito, un rapporto di fiducia e collaborazione reciproca. L’arte, quella genuina, nasce sempre dalla sofferenza e, nel caso di Santa Lucia, il dolore era rappresentato dal rifiuto abbandonato, dal grigiore, dalla decadenza fine a se stessa. Più che mai consono l’adagio deandreiano per descrivere quello che i promotori di #Restart hanno messo in piedi assieme al lavoro entusiasta degli abitanti del quartiere: dai diamanti non nasce niente (la bellezza non si può esportare), dal letame nascono i fior. E, così, diversi fiori colorati hanno fatto capolino: un enorme disegno lungo la grigia balconata in ferro, una sgargiante installazione che simboleggia “il rigetto del rifiuto”, un’altra composita installazione che ironizza sull’inquinamento cittadino da traffico.
Un lavoro durato tutta la settimana che, nella giornata di venerdì, ha raggiunto il suo soddisfacente apice: ancora laboratori con i bambini che, in gruppo, hanno immaginato e costruito la loro casa ideale (con l’aiuto di Maria Grazia Bisurgi), il laboratorio di tamburi armonici con Alessandra Colucci e Massimo Tirino, l’inaugurazione simbolica di una biblioteca popolare aperta 24h, gli emozionanti inserti musicali di Massimo Garritano, Mauro Nigro, Flavia e Peppe Lisotti, nonché il reading site-specific dei ragazzi di “Quello Sporco Duo”, saliti a Cosenza sin da Reggio Calabria. Un tourbillon di emozioni, sorrisi, urla di gioia, colori. Qualcuno ha detto: “è stato un po’ come giocare tutti insieme”, qualcun altro: “per serate così vale la pena vivere”, qualcun altro ancora: “sono momenti che ti si tatuano subito in pancia”. La frase più bella, però, l’ha pronunciata Anna, una piccolissima bambina del quartiere: “abbiamo pitturato tutti insieme e ci siamo molto divertiti”. #Restart continuerà felice il suo percorso nel Centro Storico proprio grazie a bambini come Anna, Pio, Esmeralda, Gabriella, Michael, Ivan. Un percorso culturale che è anche, immediatamente, politico, se per politica intendiamo ancora il raggiungimento del bene collettivo. Una comunità in movimento, quella di #Restart, che non vuole fermarsi, ma continuare a riconoscere la bellezza, scovandola proprio in quei luoghi laddove strati di odio e indifferenza l’hanno sepolta. Questo è l’unico tesoro che merita di essere cercato e sta già qui, sotto il nostro naso, nel cuore di Cosenza Vecchia.