In queste ore in tutta la Catalogna la tensione politica e sociale resta alta. Più di due milioni di catalani si sono recati alle urne, i risultati parlano chiaro: il “Si” ha ottenuto il 90 % dei consensi, il “No” ha ottenuto il 7%, mentre le schede bianche sono state il 2%. L’ oggetto del referendum non riguarda la proclamazione unilaterale di indipendenza ma la sacrosanta richiesta di esprimersi sulla questione. Nonostante “ una scheda in un urna non sia paragonabile ad un cassonetto che brucia” la repressione del governo spagnolo, guidato dai popolari di Mariano Rajoy, è stata durissima. Madrid ha dapprima dichiarato “illegale” il referendum e successivamente ha usato le maniere forti esercitando il proprio monopolio della violenza. Il bilancio dei feriti resta altissimo, i contusi sono più di 800, molti di quali hanno messo i loro corpi a difesa dei seggi elettorali.
Proviamo a fare chiarezza su quello che sta avvenendo in queste ore nelle provincie di Barcellona, Girona, Lleida e Tarragona cercando di scardinare le narrazioni tossiche messe in campo dai media nostrani e non solo.
Ascoltiamo ai nostri microfoni Victor Serri, fotografo e attivista che vive a Barcellona.
Giovedì 5 Ottobre, presso l’ aula studio liberata del cubo 18 dell’ Unical, si terrà un dibattito sulla situazione catalana. Interverranno:
ADRIANO CIRULLI - Osservatore internazionale sul referendum
PAOLO PERRI - Precario della Ricerca