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SANTELLI ESEGUE GLI ORDINI DI PARTITO SULLA PELLE DEI CALABRESI. I SINDACI SI RIBELLANO E IL GOVERNO DIFFIDA L’ORDINANZA. L’UNICO A SEGUIRLA SAREBBE OCCHIUTO.

A spingere la Santelli a firmare, di notte, la chiacchierata ordinanza è stata la necessità di andare a scontro con il governo. Ordine dato da Roma e subito eseguito, sulle spalle dei calabresi.
Le critiche piovono da tutte le parti, a cominciare dai sindaci che stanno emettendo delle contro-ordinanze per neutralizzare quella della Regione Calabria.
Da Lamezia a Reggio Calabria, da Corigliano Rossano a Catanzaro fino ai tanti medi e piccoli centri.
Il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, invece,si è complimentato con la governatrice. Un caso umano che non sa cosa inventarsi per far parlare di se dopo inchieste, dissesto dell'ente e concerti su piazze a rischio crollo.

Intanto Palazzo Chigi ha già inviato una lettera di diffida e impugnerà il provvedimento dinnanzi al Tar e alla Corte costituzionale.

Che sarebbe andata a finire così lo si capiva anche dalle parole pronunciate qualche ora prima dal ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, che, fiutando la brutta aria che soffiava da Nord a Sud, ha avvertito che in caso di «ordinanze non coerenti con il Dpcm, sarà inviata una diffida a rimuoverle, altrimenti saranno impugnate». Boccia, infine, ha ribadito che «in base al monitoraggio delle prossime settimane, soltanto dal 18 maggio potranno esserci riaperture differenziate tra le Regioni».

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