Come ogni venerdì da settembre, abbiamo deciso di aprire la nostra finestrella per gettare un po’ di luce sulla storia della nostra regione. L’ultima puntata, in particolare, è stata dedicata ad un’area spesso e volentieri ignorata.
Si tratta di un sito dell’alto Tirreno, in provincia di Cosenza: Marcellina di Santa Maria del Cedro. Stiamo parlando dell’antica città di Laos.
La storia ci insegna che in un preciso momento (510 a.C.) i Sibariti, sconfitti dai crotoniati, decidono di trovare riparo su questo tratto di costa fondando qui, appunto, Laos ed un’altra colonia di nome Skidros. Le fonti letterarie almeno ce la raccontano così. Di fatto i resti archeologici portati in luce sul colle di S. Bartolo fanno riferimento ad un momento successivo, quello che vede l’arrivo in Calabria di una popolazione italica.
Laos ha restituito dati importanti relativi all’urbanistica della città di epoca ellenistica, costituita dal tipico schema di strade ortogonali, con un’efficiente sistema di canalizzazione delle acque reflue e la conservazione a livello di fondazioni di alcune abitazioni private insieme ad un edificio identificato come zecca.
Nelle puntate di ottobre abbiamo focalizzato la nostra attenzione sui Brettii, lo scorso venerdì invece si è parlato di un’altra popolazione italica dalla quale pare discendano gli stessi Brettii, ovvero i Lucani. Essi si insediano nella parte settentrionale della Calabria mentre abbiamo visto che i Brettii scendono più giù.
Stranamente della subcolonia di Sibari (o della città di cui ci parlano le fonti) non è stato trovato nulla se non tracce indirette. È questo che in fondo potrebbe rendere ancora di più oggetto d’interesse l’antica Laos, oltre ai resti che sono stati già portati in luce e che abbiamo il dovere di tutelare e rendere sempre maggiormente fruibile.
Se gli archeologi hanno scavato la città lucana (successiva a quella greca) e se la stratigrafia ha dimostrato che al di sotto di questi livelli di IV-III a.C. non vi è più nulla se non terreno vergine… dove potrà essersi conservata la già citata sub colonia di Sibari? Dove fu costruita?
Noi di tékne ci siamo attenuti a presentarvi in maniera molto generica l’unicità di questo tratto di terra. La costa tirrenica cosentina dal punto di vista archeologico è meno conosciuta di quella ionica (non fosse altro per la sola presenza di Sibari), eppure garantiamo che vi sono stati in passato e continuano a svolgersi ancora importanti studi. E non ci riferiamo solo all’archeologia. Ma anche alle bellezze paesaggistiche che ci appartengono, alla meravigliosa piana di Lao quasi stretta tra il promontorio di capo Scalea e la nota isola di Cirella che offre sempre scenari di tramonti stupendi.
Ecco una panoramica veloce, anche se la nostra protagonista è stata Laos, e non è detto che qualche altra puntata non sarà dedicata ad altri siti altrettanto importanti. È qui che abbiamo dei musei (alcuni già istituiti da un po’ di anni, altri più recenti) realizzati secondo gli standard tanto in voga che vedono accanto alla visita tradizionale anche modalità interattive multimediali e video in 3d. Capire l’evoluzione del territorio, la storia dell’occupazione umana in questa regione è fondamentale anche per comprendere i rapporti tra greci e indigeni; tra romani e italici; tra Sicilia, Campania e Magna Grecia; tra mondo ionico e tirrenico. La fertilità agricola delle zone pianeggianti, la valle dei fiumi Noce e Lao, dell’Abatemarco così come la presenza dei massicci del Pollino – l’imponenza del parco del Pollino ha una sua unicità in tutto il territorio che non può e non deve passare ignorata – ha offerto delle condizioni ambientali e morfologiche che hanno spinto l’arrivo e la permanenza dell’uomo fin da epoca preistorica.
Dai gruppi di homo sapiens che frequentavano la grotta del Romito di Papasidero (conosciuta a livello mondiale per i suoi importantissimi resti archeologici relativi al mondo funerario e religioso) e della grotta della Madonna di Praia a Mare (più tarda rispetto alla prima), agli insediamenti di epoca protostorica che hanno lasciato evidenti tracce di abitazioni e di necropoli, per giungere poi alla colonizzazione greca che stiamo imparando a conoscere all’interno della rubrica radiofonica in onda su Radio Ciroma, e all’arrivo dei popoli italici e i romani, alla caduta dell’impero romano e alla nascita dei borghi medievali di cui la costa conserva un forte e chiaro stampo urbanistico e architettonico.
Questo territorio è ricco di storia e di evoluzione, anche morfologica, una parte di storia che non possiamo tralasciare. Storia del territorio e storia di città come Blanda, Laos, Cerillae, e di importanti realtà museali come Tortora, Praia a Mare, Scalea, Diamante, Cetraro… Noi di tékne ci auguriamo di poter trattare alcune di queste splendide aree anche nelle puntate successive e perché no, magari anche dietro proposte di semplici appassionati.
A cura della redazione di τέχνη
La rubrica radiofonica τέχνη è curata da Giulia Calonico e Paolo Veltri (conduttore), con il supporto tecnico dell’archeologa Maria Teresa Iannelli. Va in onda ogni venerdì dalle 12.00 alle 13.00 su Radio Ciroma – 105.7 fm oppure in live streaming su ww.ciroma.org
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