In una foresta ti ci puoi perdere. In una foresta il giorno è notte e la notte è giorno. In una foresta non sei mai da solo. Attorno a te suoni, sibili, rumori, frastuoni. Una foresta è vita pulsante.
Una foresta non la sposti tanto facilmente. E se la sposti, tutti se ne accorgono. Chiedere a Cosenza per credere. 23 gennaio 2016. Subsonica in città, con foresta al seguito.
Un fuoco incrociato di luci, suoni, colori, corpi, sorrisi. Più di 1000 anime, poco pie, ondeggiano nella foresta dell’Auditorium Popolare al ritmo delle chitarre elettriche, dei sintetizzatori,
delle tastiere. Una perfetta osmosi di adrenalina e delicatezza. Una goccia di sudore che gronda da un corpo scatenato e si trasforma in lacrima che scorre sulla guancia di un viso estasiato.
Un’unica voce palpitante che urla all’unisono, un calderone ribollente di gente libera che ama la musica, ma, ancor di più, la libertà di movimento, espressione, aggregazione.
Una foresta non la sposti tanto facilmente. E se la sposti, tutti se ne accorgono. Una foresta, però, non vive della gloria di un solo giorno, ma è vita che scorre quotidianamente nella lotta, nella rivendicazione, nella militanza, nella costruzione orizzontale, nell’esercizio gratuito della solidarietà, nella libera circolazione delle idee. La foresta c’è. Spetta a tutti noi salvaguardarla e difenderla dagli attacchi predatori.
Non un passo indietro.
Foto in Copertina di Valentino Celico