Dallo scorso 28 agosto, circa 10 mila docenti di 79 università scioperano per il blocco degli scatti stipendiali.
Questo sciopero riguarderà non solo le ragioni prettamente economiche ma denuncerà anche i tagli che in questi anni si sono abbattuti tanto sulla ricerca quanto sul diritto allo studio. Le università si stanno trasformando in vere e proprie aziende dove gli studenti e i ricercatori vengono ridotti a mere merce e dove si tenta sempre di più di escludere tutti coloro i quali provengono da famiglie con un reddito relativamente basso. Tutto ciò è finalizzato a creare forza lavoro a basso costo funzionale alle logiche di sfruttamento e competizione che alimentano il neoliberismo.
Questo sciopero ha radici profonde, la riforma Berlinguer-Zecchino, ha inaugurato le famosa 3+2, Tremonti, la Gelmini ed il governo Renzi, attraverso le loro politiche di austerità, hanno mosso un attacco mirato alle università. Da anni assistiamo alla chiusura dei corsi di laurea, alla diminuzione dei servizi, alla chiusura delle biblioteche, agli alloggi che costano sempre di più a causa delle crescente speculazione edilizia, al progressivo aumento delle tasse. Il nuovo calcolo dell’ ISEE ha alzato i valori dei nuclei familiari e così facendo sempre meno studenti possono accedere alle graduatorie per le borse di studio.
Questo sciopero può rappresentare una nuova possibilità per ritornare ad essere un elemento di rottura all’ interno delle università? E’ possibile collettivizzare la protesta ed allargarla anche alle altre componenti universitarie per evitare di cadere in uno sterile corporativismo?
Su questo tema, domani, alle ore 17, presso l’ aula liberata del cubo 18 dell’ Unical, si terrà l’ iniziativa denominata “ University Crack”, promossa da Progetto Azadi. La discussione verrà moderata da Fortunato Cacciatore ed interverranno: Giso Amendola, professore ordinario dell’ Università di Salerno, Elisabetta Della Corte, ricercatrice dell’ Unical ed Oscar Greco, precario della ricerca dell’ Unical.
Abbiamo ascoltato proprio quest’ ultimo ai nostri microfoni.