Domenica 17 dicembre verrà presentato il libro postumo delle vignette realizzate da Totonno Chiappetta, "Calabroni". Il libro, edito da Coessenza - casa editrice, è curato dal figlio dell'artista, il giornalista Gigino Chiappetta e contiene due contributi di Luca Scornaienchi e Francesco Cangemi.
Ci siamo. L'opera omnia delle caricature realizzate da Totonno Chiappetta è pronta. Si chiama Calabroni, come il nome della rubrica che il compianto attore ha tenuto sul quotidiano CalabriaOra prima e su L'Ora della Calabria poi, fra il 2011 e il 2014. Il volume contiene più di 850 ritratti di persone note e meno note tratteggiati dalla penna di Totonno Chiappetta e accompagnati da versi creati ad hoc.
Calabroni, edito da Coessenza, ha richiesto quasi tre anni di lavoro e la cura meticolosa del figlio dell'attore, il giornalista Luigi Maria Chiappetta, che ha scavato negli archivi del padre recuperando le caricature, comprese le inedite, affidandole alla casa editrice cosentina. Il libro, a tiratura limitata, sarà presentato il 17 dicembre 2017 (un giorno dopo il terzo anniversario della scomparsa di Totonno), al Museo del Fumetto di Cosenza, diretto da Luca Scornaienchi autore della postfazione dell'opera, e può essere acquistato in prevendita, da oggi, contattando la casa editrice Coessenza all'indirizzo email coessenza@libero.it o inviando un messaggio sulla pagina Facebook della casa editrice.
Calabroni racchiude un pezzo di storia di Cosenza e della Calabria, ma anche dell'intero Paese filtrato dallo sguardo di un'artista sensibile e attento alla quotidianità.
«In un freddo marzo del 2010, se la memoria non mi inganna – scrive Luigi Maria Chiappetta nella prefazione del libro – mio padre prese coraggio e decise di sfatare questo tabù e iniziò a sfornare decine e decine di caricature. Ben presto la scrivania del suo studiolo si popolò di fogli, gessetti, gomme e colori pastello. Chi passava da via Fiume 14 dietro le Poste nuove, a Cosenza, per fare due chiacchiere o per ricaricarsi di energia positiva, non poteva (e non voleva) rifiutare quello che era ormai diventato il “ritratto”, che Totonno corredava dopo pochi minuti con dei versi molto brevi ma efficaci nel descrivere il soggetto protagonista e racchiudere in questo modo la sua essenza. Bastava uno sguardo, qualche parola e papà ti “pittava”, nel vero senso del termine».