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Il Ministero di Franceschini cerchiobottista sulla Siae-Aie

Franceschini cerchiobottista nella risposta ai Cinquestelle.
Smentisce la Siae sulla procedura relativa alla ricerca degli autori dei libri fotocopiati. Ma glissa sul fatto che la stessa Siae, dicendo di non riuscire a trovare gli autori (che invece sono spesso conosciutissimi), intasca i loro soldi.



Dario Franceschini, ministro uscente (che faccia subito le valigie, ci viene spontaneo da dire!) non vede, non sente e, per il parlare, balbetta sì e no. Questo è quanto emerge dalla risposta che il suo Ufficio stampa ha diffuso in merito all’Interrogazione parlamentare che il senatore del Movimento Cinquestelle, Nicola Morra, ha posto riguardo alla (voluta?) inefficienza che la Siae e i suoi accoliti mostrano quando devono pagare gli autori dei libri fotocopiati.


Ricapitoliamo per capire meglio: la Siae incassa un certo importo dai negozi che fotocopiano i libri con il compito di trasmetterli poi agli autori dei libri fotocopiati. Ma in migliaia di casi la Siae sostiene di non riuscire a trovare gli aventi diritto. In un elenco che compare, molto difficilmente rintracciabile, sul sito della stessa Siae, troviamo che la medesima Siae dichiara di non riuscire a rintracciare neanche persone che rispondono al nome di Gad Lerner, Enrico Letta, Matteo Renzi, Roberto Saviano, Eugenio Scalfari, Gian Antonio Stella, ecc.
Che la Siae non sia riuscita a trovarli è veramente incredibile. Con danno evidente non tanto per gli autori menzionati (che di risorse proprie ne hanno già), quanto delle migliaia di poveri cristi ai quali farebbe assai bene recuperare un po’ di “diritti” economici. Gli importi non versati sono nell’ordine dei milioni di euro.

Oggi il ministero guidato da Franceschini sostanzialmente avalla questa (involontaria?) inefficienza della Siae e, dato che fra gli sconosciuti c’è Matteo Renzi allora si può dedurre che Franceschini lo abbia veramente rinnegato. Ma, dato che nell’elenco degli sconosciuti c’è anche Enrico Letta, allora deve trattarsi solamente (che ciò sia meglio o peggio è difficile a dirsi) di pura inefficienza, con qualche sospetto di malafede.


Ma andiamo a vedere cosa dice esattamente la risposta che il sottosegretario Antimo Cesaro, a nome del ministero, ha fornito al senatore Morra.
Con fare cerchiobottista smentisce sostanzialmente la Siae nel punto base: la Siae diceva che tutta la procedura da essa adottata per la ricerca degli autori “ha la preventiva approvazione della Direzione generale dei Beni librari del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali”. Mentre il ministero dice che questi “non svolge alcuna funzione, né tantomeno approva gli accordi sottoscritti tra la Siae e le Associazioni di categoria per le riproduzioni effettuate negli altri ambiti previsti dalla legge. L’attività di reprografia è regolata, quindi, dagli accordi intercorsi tra la Siae e le Associazioni di categoria interessate (Aie, Confartigianato, Crui, Unioncamere ed altre)”.
La smentita, benché ovattata dal gergo burocratico è netta.
La parte rimanente della risposta ministeriale è costituta da generalgenerichegenericità poste attorno, però, ad un punto equivoco: va dunque tutto bene così, Madamalamarchesa?


Secondo il ministero di Franceschini, dunque, il fatto che la Siae non riesca a trovare nemmeno personaggi del calibro di quelli dei quali abbiamo fatto esempio, non è un problema. E non lo è nemmeno il fatto che, dopo soli 5 anni di (falsa?) ricerca, la Siae – per sua stessa ammissione – incameri i soldi degli autori che dice di non riuscire a trovare! La destinazione dichiarata di tali fondi è per fare beneficienza regalando libri per iniziative sociali. Non viene però evidenziato con quale criterio vengono acquistati tali libri e ben forte rimane il sospetto che vengano privilegiati gli acquisti a beneficio dei grandi editori egemoni dell’Aie stessa. Ma l’obiezione è soprattutto un’altra: non sarebbe meglio che la Siae facesse beneficienza con i soldi propri e non invece con quelli degli scrittori privati dai propri diritti d’autore?
Ma quali sono queste efficienti associazioni
che, guidate dall’efficientissima Siae non riescono nemmeno a trovare autori così noti?
Straniti da ciò abbiamo ripetutamente chiesto lumi all’Ufficio stampa del citato Ministero di Franceschini che però ha preferito tacere.
Una novità è invece emersa dalla stessa Siae. Il suo Ufficio stampa ci ha dichiarato che l’Aie e le varie associazioni degli scrittori (tutte più teoriche che reali, fra le quali ne emerge una particolarmente virtuale, “l’associazione Reprò”) – hanno unanimemente affidato all’Ediser l’incarico di cercare gli autori aventi diritto ai proventi della reprografia. Col il pieno avallo della Siae, ovviamente.
Al che ci siamo ovviamente rivolti all’Ediser e all’Associazione italiana editori (che è la proprietaria dell’Ediser) per capire come mai non riescono a trovare gli autori da pagare, in particolare, quale fosse la proporzione fra gli autori trovati e quelli non trovati. Ma hanno preferito tacere.


Rimane, in estrema sintesi, il problema base enunciato all’inizio: migliaia di autori non hanno percepito i diritti sulle fotocopie dei propri libri in quanto la Siae, l’Aie e le associazioni la cui rappresentatività è assai virtuale hanno incaricato l’Ediser-Aie (in palese conflitto d’interessi, dunque) a svolgere tale servizio. Lo svolgono così male che i soldi degli autori vengono incamerati dalla Siae stessa che li utilizza per sue iniziative con beneficio suo e, molto probabilmente, dell’Aie medesima.
Vorrà, il nuovo ministro per i Beni culturali, bloccare questa scandalosa situazione e far sì che i milioni di euro oggi avviati verso la Siae vadano invece agli autori aventi diritto?

Fulvio Mazza - Bottega editoriale
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Roma/Rende, 12.4.2018

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