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Kaulonía (Monasterace): la polis achea erosa dal mare

Articolo a cura della redazione di τέχνη

(Pubblicato dalle Cronache del Garantista il 18 dicembre 2014).

Il neo presidente della Regione, Mario Oliverio, ripete spesso in questi giorni – lo aveva già fatto durante la campagna elettorale – che la valorizzazione dei beni culturali, e la loro fruibilità, deve essere uno dei primi passi da compiere in Calabria. Per aiutarci a capire meglio la situazione drammatica nella quale versa la nostra regione basta andare nel sito archeologico di Monasterace, in provincia di Reggio Calabria.

Kaulonía (Caulonia) fu fondata dai colonizzatori Achei nel VI secolo a. c. che arrivarono in un luogo tipico, e fantastico, della costa jonica reggina per stabilizzarsi. Tra il 1911 e il 1913 l’archeologo Paolo Orsi rimise alla luce il sito. Si tratta di un parco archeologico a ridosso del mare e proprio la sua singolare collocazione rende difficile la conservazione dei resti ellenici. Infatti, le mareggiate di quest’estate, e degli altri anni, hanno gravemente danneggiato il tempio dorico e si rischia di perdere un patrimonio inestimabile del nostro territorio. La reperibilità dei fondi e il loro utilizzo fa pensare alla solita “storia calabrese”, in cui le competenze vengono rimbalzate – Soprintendenza vs Comune, o il contrario – e il silenzio delle istituzioni (la Regione in primis) regna. Al Comune di Monasterace – che ha la proprietà di parte del sito – dicono: «Il Comune non ha colpe, questo sito è attanagliato da questioni burocratiche riguardanti Regione, Soprintendenza e Mibact. Il mare è arrivato fin a toccare la base dell’altare, bisogna prendere delle decisioni e subito. Al vuoto istituzionale rispondono solo i ragazzi delle scuole». Si fa riferimento alla lodevole iniziativa della scuola media “Amerigo Vespucci” di Vibo Valentia: i suoi studenti hanno raccolto circa 5 mila euro da destinare al sito; in risposta il Comune jonico ha dato loro la cittadinanza onoraria. Anche l’associazione “Ereticamente” nel giugno di quest’anno si è mobilitata ripulendo il Parco dai rifiuti e dai detriti portati dal mare. La direttrice del Museo archeologico di Kaulon, Maria Teresa Iannelli, fornisce i dati più interessanti: «Stiamo portando a termine un progetto da 300 mila euro per la difesa della duna costiera del sito (basterebbero a mettere in sicurezza solo 90 metri); in progettazione ci sono 700 mila euro finanziati dal Mibact per completare la difesa della duna che è di 250 metri. Bisogna, inoltre, ricostruire due muri crollati e per la valorizzazione del sito non sappiamo se ce la faremo con questi stanziamenti». Sembra ovvio che l’intervento più importante al momento sia la protezione del sito dal mare; ma non basta. Qualche anno fa nelle Terme elleniche di Kaulon è stato individuato un importante mosaico del drago e del delfino. Ritrovamenti che sono unici in tutta la Magna Grecia perché è una rarità avere dei tonaci dipinti ancora conservati in un abitato greco. Già un primo mosaico raffigurante un drago era stato rinvenuto nei primi scavi, oltre 100 anni fa. Ora, con la scoperta all’interno dell’edificio termale, si è difronte al più grande pavimento a mosaico del Sud dell’epoca ellenistica. Ripercorrendo la storia del sito, dalla sua scoperta a oggi, si capisce benissimo che non si è fatto quanto si poteva; poteva arrivare prima della mareggiata di quest’estate la messa in sicurezza della duna costiera; si dovevano (e si dovranno) coordinare le competenze e le responsabilità sul sito per non ricadere negli errori del passato.

Sicuramente l’archeologia sta vivendo uno dei suoi periodi più neri; lo stesso vale per le casse dello Stato. Un buon esempio per ripartire può essere il finanziamento del gruppo Della Valle per il Colosseo o quello della HP per Pompei. Con le dovute proporzioni che si addicono a Kaulon si può e si deve pensare a questo. Altri passi importanti sono lo sblocco dei fondi europei – in Calabria si spendono solo la metà dei disponibili – e una pianificazione reale delle istituzioni calabresi che vada nel senso della valorizzazione della cultura e della storia passata. Anche su questo Oliverio si è impegnato. Ora aspettiamo i fatti.

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