Calabria terra amara, afflitta dal malaffare della politica, mal collegata e dove l’abusivismo edilizio (e non solo) sembra quasi un prodotto d.o.p. In questa sede però, parleremo di posti bellissimi, incantanti, lontani mille miglia dalle parole di cui sopra, incontrati quasi per caso, in un dolce vagare permesso dal tempo libero e dalla forte passione verso questa terra.
Questa volta, il nostro divagare ci ha portato al di là del valico della Crocetta, che separa la città di Cosenza dal Mar Tirreno, facendoci approdare nello splendido ed evocativo borgo di Fiumefreddo Bruzio, annoverato fra i cento borghi più belli d’Italia, che rappresenta una delle meraviglie paesaggistiche e culturali della provincia cosentina.
In questo volume, viaggiando fra gli stretti vicoli, la nostra attenzione è ricaduta sui particolari, sui colori e sulle meraviglie che molto spesso, un occhio poco attento, tende a farsi scivolare via.
La bellezza suggestiva dell’aggrovigliarsi dei vicoli, ci ha risucchiati nella deriva psicogeografica: senza meta e senza orari, attratti da ogni singolo particolare che ci ha spinto indirettamente nel prendere direzioni senza una reale motivazione.
“Sire, io vengo dall’altro paese. Nelle città ci annoiamo, non c’è più un tempio del Sole […] I diversi quartieri di questa città potrebbero corrispondere all’intera gamma di umori che ognuno di noi incontra per caso nella vita di ogni giorno.”. Ivan Chtcheglov
Alla fine, senza volerci nemmeno arrivare, siamo approdati al Castello, conosciuto anche come Castello della valle, fondato attorno al 1201 e dichiarato nel 2006 Monumento contro tutte le Guerre. Da questa posizione si domina sia il Borgo che tutta la vallata con il mare che restituisce un senso di calma e quiete, difficile da replicare in altri luoghi.
“Dai monti, dal piano
sospesa sempre
tra cielo e mare
Fiumefreddo t’appare.
Né resisti al suo richiamo!
V’accedi per porta d’Oriente
e s’apre al tuo cuore
e rischiara la mente.” Franco del Buono.
ANIHC