Calabria terra amara, afflitta dal malaffare della politica, mal collegata e dove l’abusivismo edilizio (e non solo) sembra quasi un prodotto d.o.p. In questa sede però, parleremo di posti bellissimi, incantanti, lontani mille miglia dalle parole di cui sopra, incontrati quasi per caso, in un dolce vagare permesso dal tempo libero e dalla forte passione verso questa terra.
Arriviamo nel piccolo borgo di Crosia, comune sulla fascia jonica della provincia di Cosenza (conosciuto anche come Mirto Crosia, frazione del comune sul livello del mare), di domenica mattina.
Parcheggiamo l’autovettura in una piccola piazza, dove la vita è scandita dal ritmo del solito piccolo bar provinciale, che rimane ancora oggi il twitter analogico. Appena scesi, ci rendiamo conto che la vita qui si è fermata: tutto si svolge più lentamente, senza frenesia, ansia o stress metropolitano; gli abitanti, non sono abituati a vedere gente nuova fra le proprie strade, ma come da tradizione, si rivelano persone squisite, gentili e cordiali. Al bar ci offrono i caffè e ci danno indicazioni, le signore che ci salutano, ci informano che la Chiesa di San Michele Arcangelo, è aperta e visitabile, passeggiando per i vicoli un simpatico signore con un cappello da Babbo Natale ci saluta come se fossimo lontani parenti ritornati in patria…e poi la visione.
All’uscita dalla Chiesa di San Michele, dopo aver ammirato i particolari interni dell’edificio (dall’altare, al crocifisso, passando per i candelabri e il solaio di legno inciso), la nostra visione ci lascia esterrefatti: come da didascalia, vediamo una signora (la stessa che ci aveva dato indicazioni) che con cura meticolosa controlla lo stato delle proprie soppressate. Sguardo attento e controllo a mano, per capire quanto tempo ancora rimane ai salumi prima di essere consumati. Lo scatto, realizzato in una frazione di secondo e senza essere visti (per non intaccare l’autenticità del momento), rappresenta il senso delle tradizioni di un posto, la cultura di una comunità e la conservazione di certi riti culinari.
Come abbiamo già detto, qui la vita scorre in modo più lento rispetto a come siamo abituati, scandita dalla luce del sole. Ritornati in piazza, incrociamo un uomo col trattore che si immette nei piccoli vicoli. Gli andiamo dietro e riusciamo ad imprimerlo su memoria prima che svanisca, ‘rapito’ dalla fitta rete di vicoli.
Un posto incantato, dove persino un gatto ed un cane vivono in perfetta armonia, senza nessun dissidio. Certo, alcune zone del piccolo borgo vivono di un certo grado di abbandono strutturale che le amministrazioni dovrebbero farsi carico, ma la bellezza c’è, si vede con gli occhi e si sente con l’olfatto.
Prima di andare via, ritorniamo nella zona della Chiesa di San Michele e ci accorgiamo della vista mozzafiato che ci fa dominare la vallata. La vegetazione è fittissima con una varietà di colori che fa assomigliare il tutto più ad un dipinto che ad una foto. Il casolare, oramai abbandonato, ci fa fantasticare sulla vita che un tempo si viveva in questi posti e che in parte, si vive ancora oggi.
Lontani dalla frenesia, dallo stress e a due passi dal mare.
Qui sotto invece, trovate le precedenti puntate di Calabria mia bellissima:
Il Borgo di Fiumefreddo Bruzio
La Chiesetta di San Lorenzo
L’abbazia del Patire
ANICH