Ad Amantea, popoloso centro del basso tirreno cosentino, è stato scoperto l’ennesimo caso di caporalato. Le vittime, ancora una volta, sono alcuni ragazzi con status di rifugiati politici. Quest’ultimi venivano prelevati nelle vicinanze del centro di accoglienza “Ninfa Marina” e costretti a lavorare in nero in un’azienda agricola locale.
I titolari, tratti in arresto, sono accusati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, aggravati dalla discriminazione razziale.
I lavoratori venivano retribuiti in base al colore della loro pelle.
Al contrario di quanto affermato dal capitano dei Carabinieri, il centro di accoglienza non è esente da responsabilità, a sostenerlo è Emilia Corea della campagna LasciateCIEntrare.
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