Calabria, comunità, cosenza

L’allenatore del secolo (di Francesco Veltri)

Poi, magari, va a finire che arriva l'allenatore del secolo e il Cosenza in due anni arriva in serie A. Magari finisce proprio così e vissero tutti felici e contenti, come nelle favole che Vasco Rossi canta per gli abbonati del Catanzaro. Felici e contenti, sì, persino i più critici, quelli che se criticano - dice sempre chi la sa lunga senza che ci sia stato bisogno di leggere molti libri - vuol dire che i Lupi non li amano e poi "tu, invece di parlare, perché non vieni al campo? (stadio per chi è di Milano)". Cose così si sentono tutti i giorni dai tempi di Pagliuso che, però, dice sempre chi la sa lunga a prescindere, "lui la serie B ce l'ha fatta vedere". Insomma, roba da malati sani di pallone bruzio e un po' anche da frustrati cronici. Che tanto, vedrai, si aggiusterà tutto quando verrà l'allenatore del secolo e ci porterà in serie B, in serie A e in Champions League. "Perché Cosenza - altro slogan famosissimo e di gran presa da queste parti - merita di più", senza sapere poi perché. Ma che importa saperlo?
E che facciamo noi poveri mortali nell'attesa che l'allenatore del secolo si materializzi finalmente in carne e ossa dalle parti del "Marulla" (che però si deve chiamare anche "San Vito")? Niente di particolare. Restiamo in equilibrio precario con quel solito, immancabile e imprescindibile senso di vuoto che solo il calcio riesce a procurarci. Anzi, una cosa piccola piccola, in realtà la facciamo: preghiamo. Preghiamo (i critici ad alta voce e i non critici a bassa voce e lontano da sguardi indiscreti) che l'immenso e benemerito patron dei patron Eugenio Guarascio si trasformi miracolosamente in un cigno dai capelli biondi e ordinati, e dal pulpito di una piazza Fera-Bilotti gremita in ogni ordine di cemento armato, dica ciò che tutti attendono di sentire da una vita: "Signori miei, siamo onesti per favore, io sono qui per la spazzatura.

 
Alarico1

A me del calcio e del Cosenza calcio non è mai importato un fico secco. Ma il vostro sindaco illuminato mi ha fatto capire che il calcio è utile alla causa. Anzi, direi fondamentale. Ho compreso il messaggio, giuro che stavolta l'ho compreso. Dunque, da oggi in poi vi prometto che metterò da parte improvvisazione e cialtroneria e diventerò un serio e capace professionista del pallone. Come Anconetani, Zamparini e Gaucci, che non so chi siano ma mi hanno consigliato di citarli. Vi porterò in alto, in altissimo, fino allo scudetto. Metterò tutte le mie energie nel Cosenza calcio, e alla fine, vedrete, me ne innamorerò veramente. Così come amo la spazzatura, senza la quale oggi non sarei qui con voi. È arrivata l'ora del Cosenza. Andiamo, quindi, laddove meritiamo di stare". Applausi scroscianti, cori e annuncio a sorpresa: "Dopo estenuanti e disperate ricerche, abbiamo trovato il nuovo allenatore del Cosenza calcio. Un allenatore che definirei del secolo, un allenatore che ci arricchirà da ogni punto di vista. Non sarà Diana, non sarà D'Angelo, non sarà Drago, non sarà Torrente, non sarà Braglia, non sarà Sottili, non sarà Pancaro, non sarà Toscano, non sarà Galderisi. No signori miei, il nuovo tecnico del Cosenza sarà nientepopodimenoche Alarico dei Balti, noto ai più come il re dei Visigoti". Nuovi applausi scroscianti, pianti e un coro condiviso su tutti: "Vieni fuori Alarì…vieni fuori Alarì".

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