Proviamo ad approfondire il meccanismo del reperimento delle risorse per la realizzazione del progetto del nuovo Stadio che interesserà anche il territorio adiacente.
Tutto parte dal protocollo d’intesa tra Invimit (Investimenti Immobiliari Italiani), B Futura (società di Scopo interamente partecipata dalla Lega B) e l’Istituto per il Credito Sportivo per la promozione di operazioni di valorizzazione di Stadi e impianti sportivi attraverso lo strumento del Fondo Immobiliare.
I fondi comuni di investimento immobiliari sono degli strumenti finanziari speculativi che “consentono di trasformare investimenti immobiliari, che per loro natura richiedono tempi più lunghi degli investimenti di tipo mobiliare, in quote di attività finanziarie che consentono di generare liquidità senza che l’investitore debba acquisire direttamente un immobile”.
Invimit (società del ministero) rivestirà il ruolo di investitore costituendo un fondo immobiliare con delle risorse economiche proprie. Il Comune entra nella costituzione del fondo cedendogli il suolo e le strutture esistenti e ricevendone in cambio delle quote. Invimit, con l’ausilio della società B Futura, predispone il “business plan”, ristruttura e costruisce mentre un SGR di mercato (società privata di gestione del risparmio) gestice il patrimonio immobiliare del fondo generando utili, ad esempio, dall’affitto di chi usa lo Stadio (Società Cosenza Calcio), Cinema, Centro Commerciale e/o facendo operazioni con le quote sul mercato finanziario. Il ricavato di tale gestione viene distribuito a chi possiede le quote del fondo (e quindi anche al Comune) attraverso delle cedole periodiche.
Alla fine del periodo prefissato, il fondo smobilita l’investimento vendendo il patrimonio immobiliare sul mercato. Il Comune a questo punto, non essendo più proprietario dei beni ma solo detentore di quote del fondo, dovrebbe riacquistarlo al netto delle quote possedute altrimenti bisognerà trovare acquirenti privati.
Se si trovano gli acquirenti del patrimonio immobiliare ed il valore di mercato a quel punto è più alto della stima iniziale si ha un utile, nel caso opposto una perdita.
In sintesi, tutto il meccanismo è stato pensato per “liberare” i comuni dalla gestione degli impianti sportivi – gestione che pesa sul bilancio – attraverso la privatizzazione delle strutture. Seguendo questo iter il Comune ed il suo Sindaco rimangono nella STORIA per aver fatto delle GRANDI OPERE, il bilancio si alleggerisce, i palazzinari godono ed i privati incassano (questo sempre che si trovino i soggetti gestori di cinema, centro commerciale ed impianti sportivi e che il club calcistico sia intenzionato a pagare la locazione ed alla fine ad acquistare lo Stadio).
Le domande rimangono sempre uguali:
Ci chiediamo e chiediamo al Sindaco di Cosenza: di cosa stiamo parlando? Di fondi “aggiuntivi” destinati alla realizzazione di un progetto che darà maggiori servizi alla città oppure di una privatizzazione paludata di beni pubblici destinati all’ennesima speculazione incentrata sul mattone e sul cemento?
Quali sono i soggetti che effettivamente godranno dei benefici di questa operazione? I cittadini o un’altra cordata di (im)Prenditori?