Ambiente, Calabria, comunità, cosenza, inquinamento, Politics, Quartieri, Rende

Dossier Legnochimica(1): Per un cambio di marcia e direzione.

 di Coordinamento territoriale #DECIDIAMONOI

L’inquinamento dell’area ex-Legnochimica di Rende (Cs), in Calabria, era stato sostanzialmente certificato nel 2010. L’indagine però non era stata completata per carenza di fondi. La perizia redatta dall’attuale rettore dell’Università della Calabria, Gino Mirocle Crisci, non era dunque riuscita a valutare a pieno il livello dell’inquinamento della zona industriale rendese.

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Con l’autocombustione dei terreni ex-Legnochimica nel giugno di quest’anno, un coordinamento di associazioni, comitati, movimenti e singolarità riprendono insieme l’agire in comune, lucidando a nuovo un poco fortunato slogan delle lotte ambientali calabresi del 2014: #DecidiamoNoi!!!


Quello per cui si è inteso “ripartire” non è solo la triste storia della Legnochimica, ampiamente documentata in questo Dossier, ma è stata anche l’importanza da fare ripartire un processo in cui si verificasse un salto di qualità.
Non solo più, dunque, ricerca dei responsabili della scellerata gestione dell’area ex-Legnochimica, la loro concreta identificazione, ma critica delle èlites locali e nazionali, rivendicazione di spazi di democrazia reale, ricerca di nuovi modi di fare politica.


Il territorio, saccheggiato e avvelenato, riteniamo possa diventare un teatro di lotte delle popolazioni locali che rivendicano diritti, ma anche e soprattutto lo scenario per una politica dell’incontro e, più in generale, per una politica del comune. La partita si gioca nella nostra capacità di invadere il “governo del territorio”, il “governo della città”, attraverso l’articolazione e l’organizzazione di contropotere e la sua estensione nella sfera delle istituzioni locali.

Le tracce di questa ipotesi spingono in diverse direzioni: su tutte, la capacità di sperimentare forme di gestione della cosa pubblica che mettano radici di “nuove forme di decisionalità” in grado di invertire le regole e la direzione del comando. L’analisi dei diversi temi che interessano la produzione, la riproduzione e l’espropriazione del comune, l’inchiesta politica con i soggetti che vivono il territorio e l’interlocuzione critica con le istituzioni locali, sono le leve che intendiamo utilizzare per sperimentare innovazioni politiche volte all’incidenza diretta delle popolazioni locali sulle decisioni altrimenti calate dall’alto.


Detto altrimenti, il nostro lavoro non riguarda una singola vertenza ma mira a costruire e organizzare una dimensione costituente, delle lotte per la democrazia assoluta e per il governo dei molti che sono lotte profondamente anticapitaliste.

 
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La storia del gruppo Legnochimica S.P.A

Una storia lunga cinquant’anni, mezzo secolo. Una storia paradigmatica di ciò che è successo al Sud. Una storia che ci parla di un certo modo di intendere l’impresa privata, dei rapporti tra politica e capitale, dello sfruttamento dell’uomo e delle risorse ambientali circostanti, del ricatto assunzionale in terra di disoccupazione.


La società Legnochimica S.p.a inizia la sua avventura meridionale nel 1967 a San Vincenzo La Costa (CS) per poi trasferirsi nel Comune di Rende verso la fine del 1969. Lo stabilimento rendese, in realtà, fa parte di una costellazione aziendale facente capo al gruppo multinazionale guidato dalla famiglia Battaglia che ha il suo quartier generale a San Michele Mondovì in provincia di Cuneo.


Il gruppo che oggi ha cambiato la sua ragione sociale in Silvateam, vanta 160 anni di storia. Il dott. Camperi, nel 1854, creò il primo stabilimento a Corsaglia di Frabosa nella provincia di Cuneo, per l’estrazione di tannini dal legno di castagno, albero molto diffuso nella zona. Nei decenni successivi si moltiplicheranno i nuovi stabilimenti per la produzione dell’estratto di castagno, anche in altre regioni italiane ed in altre nazioni. La produzione industriale del tannino, molto utilizzato nell’industria conciaria particolarmente florida nel Nord d’Italia, fu una grande innovazione nel settore.

Molto lunga è la storia del rapporto dell’uomo con la pelle animale, utilizzata per tantissimi scopi, per coprirsi ma anche per costruire scarpe e otri per conservare l’acqua ed addirittura per la produzione di strumenti musicali come le zampogne. La pelle però, essendo un elemento naturale, tende ad una rapida putrefazione e per essere conservata deve essere conciata. Anticamente questo si faceva lasciando in ammollo le pelli in acqua con dei pezzi di legno che molto lentamente rilasciavano per infusione le sostanze concianti. Il processo industriale applicato all’estrazione del tannino lo rendeva immediatamente disponibile riducendo di molto i tempi di produzione.

La crisi del settore, come vedremo, coincise con la scoperta di concianti chimici come il cromo che, pur non avendo secondo gli specialisti lo stesso livello qualitativo, è sicuramente più rapido e quindi, dato che come ci hanno insegnato il tempo è denaro, anche più economico. Oggi in effetti più dell’80% dell’industria conciaria utilizza la concia al cromo.

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Riprendiamo il percorso della lunga storia della Silvateam che muove i suoi primi passi come Jemina & Battaglia, il gruppo che rileverà la fabbrica di Corsaglia aprendo in pochi anni altre tre sedi sempre nella provincia di Cuneo: Pamparato (1856), Frabosa (1872) e Mondovì (1906). Un altro pezzo importante del puzzle societario è rappresentato dal gruppo Ledoga, nato autonomamente a Susa (Torino), nel 1868, per iniziativa di Roberto Emilio Lepetit, Alberto Dolfuss e Augusto Gansser, e che in pochi anni divenne il principale punto di riferimento per gli estratti tannici in Italia.


Sotto la guida di Carlo Giuseppe Battaglia, amministratore delegato dal 1913, la Jemina & Battaglia avviò presto una serie di importanti alleanze che raggiungono il loro apice con l’accordo di distribuzione stretto nel 1915 proprio con Ledoga che permise al gruppo di diventare uno dei principali produttori mondiali di tannino. Infatti, nel 1925, fu costruita la fabbrica de La Escondida, in Argentina, che sfruttava il prezioso legno di quebracho ed è ancora oggi uno dei principali siti produttivi di Silvateam. Il gruppo diventa di fatto una multinazionale. In effetti, le principali essenze arboree da cui si estraggono i tannini sono il Quebracho (“quiebra hacha” ovvero che “spacca l’ascia”), che deriva il nome dalla durezza del suo legno, ricavato dal legno di un albero che cresce solo in una zona nel nord dell’Argentina, la Mimosa del Sud Africa, la Tara del Perù, che incontreremo fra poco e dal Castagno e dalla Quercia, alberi più tipicamente mediterranei.


Tra il 1920 al 1950, il gruppo vide un incremento costante del proprio fatturato che, però, cominciò a decrescere, come dicevamo, a causa dell’introduzione dei sali di cromo nell’industria conciaria che ridusse notevolmente la richiesta di estratti tannici. Molte industrie del settore chiusero i battenti mentre, nel 1960, la Ledoga e la Jemina & Battaglia decisero di fondere le loro attività legate all’estratto di castagno, costituendo l’Industria Chimica Legno, controllata per il 50% dai due gruppi. Alla fusione seguì una profonda ristrutturazione che prevedeva la concentrazione di tutta la produzione delle fabbriche piemontesi di tannino di castagno nel solo stabilimento situato a San Michele Mondovì, il potenziamento di quello di Bagni di Lucca, in Toscana, e la costruzione di un nuovo impianto a Rende, in Calabria.

Dal 1970, la strategia aziendale ha portato ad una diversificazione della produzione che sfruttasse al massimo le materie prime, riducendo i costi ed ampliando i profitti. Questo ha creato nel tempo l’implementazione di nuove linee di produzione, a monte ed a a valle dell’estrazione del tannino, dalla produzione di pannelli di fibra, alla carta, dall’energia elettrica da biomasse alle resine tanniche, al furfurolo e ai derivati furanici.


Seguendo l’andamento del mercato, il gruppo ha investito molto per sviluppare e ampliare la propria gamma di estratti vegetali utilizzabili in nuovi settori quali quello enologico, il food e l’alimentazione animale. Ma a questo punto arriviamo già quasi ai nostri giorni.

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Nell’ultimo ventennio, grazie a cospicui investimenti e nonostante l’atavica crisi che porterà nel 2002 alla chiusura dello stabilimento rendese, il gruppo è riuscito ad espandersi notevolmente realizzando prima lo stabilimento in Perù (2001) per la produzione diretta dei tannini di tara e gomma di tara e poi, nel 2008, il nuovo stabilimento a Rende, nello stesso luogo e sugli stessi terreni che hanno visto la scomparsa di altre aziende del gruppo Battaglia. Si tratta della Silva Extracts dove, grazie a tecnologie all’avanguardia, si producono pectine da agrumi, miscele di idrocolloidi e altri estratti vegetali destinati all’industria alimentare.

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