Negli ultimi giorni nelle scuole di Cosenza stiamo assistendo ad un aumento progressivo delle irruzioni e dei controlli della polizia. All'Unical la logica del controllo si è palesata sia con la progressiva chiusura degli spazi democratici e fisici, sia con la quotidiana presenza delle forze dell'ordine all'interno dell'ateneo.
Come si può pensare che sia la presenza delle forze dell' ordine a garantire la sicurezza se la maggior parte delle scuole calabresi risulta essere non a norma e se gli spazi universitari, come aule e alloggi, sono in balia dell' abbandono e del degrado? Di quale sicurezza si sta parlando?
E' evidente come gli occhi vigili dei noti inquisitori, nazionali e locali, dirigano il loro sguardo verso chi sta alla base della piramide sociale senza mai guardare al vertice.
E' altrettanto evidente che tanto i presidi delle scuole quanto il rettore dell' Università si rendono complici di un vero e proprio processo di criminalizzazione generazionale.
Una generazione perennemente sotto ricatto, tanti di noi sono costretti a scappare via per mancanza di reddito, opportunità lavorative, oppure costretti a lavorare in nero o senza essere retribuiti, in condizioni di totale sfruttamento.
Con l' alternanza scuola-lavoro e i tirocini universitari (entrambi non retribuiti) siamo costretti ad allenarci nella palestra della precarietà.
Scuole e università, nelle logiche governative, devono fabbricare automi non pensanti pronti ad adattarsi e sopravvivere a qualsiasi condizione.
Valutati, sfruttati, sorvegliati e puniti, questo è il trattamento che ci vuole riservare chi pensa di decidere sulle nostre vite.
Basta ricatti! Nei luoghi del sapere la polizia non ha potere!
Riprendiamoci tutto!
Collettivo Autonomo Studentesco Cosenza
Progetto Azadi