I fatti di cronaca quotidiani descrivono quello calabrese come un territorio “vocato” alla devastazione e al saccheggio: dalle discariche agl’impianti della morte (turbogas, inceneritori, biomasse, ecc.), dalle grandi opere inutili alle speculazioni immobiliari, dall’emergenza idrica (con interi quartieri di città senz’acqua (come Lamezia Terme , Rende a Cosenza) a quella del ciclo dei rifiuti e del loro occultamento in ogni impensabile angolo remoto della regione ad opera e per mano dei “signori della monnezza”, tutti interessi riconducibili ad un sistema oramai collaudato che ha come unico scopo quello di mettere a valore beni comuni e servizi pubblici facendo “cassa” sulla salute dei cittadini dentro un continuo processo di colonizzazione del nostro territorio senza precedenti.
Se i territori oggi sono i luoghi dove maggiormente si condensano e precipitano gli effetti nefasti della crisi economica sistemica, è da essi allora che bisogna (ri)partire. Oggi non è un caso che una parte importante del conflitto sociale si dispiega su questo fronte (tav, tap, muos, ponte, casa, mega discariche, inceneritori, ecc.).
Ripartire dai territori quindi, per sostenere e promuovere processi che vedano protagoniste le comunità locali nella costruzione di mobilitazioni in difesa del territorio e della salute, per la riappropriazione sociale dei beni comuni, per una nuova economia sociale territoriale che guardi al valore d’uso anziché al valore di scambio, mettendo al centro dell’agire nuove forme di partecipazione attiva e di democrazia diretta.
Un processo che dovrà vedere protagonisti tutti coloro che non vogliono limitarsi a rivendicare un “altro mondo” ma provano ad agirlo ora, nel quotidiano.
Per fare ciò non esistono scorciatoie e semplificazioni perché se è vero che la rappresentanza istituzionale non ci interessa, è altrettanto vero che il governo dei territori è un terreno di lotta e di forte conflittualità sociale, un terreno su cui agire una rottura intransigente con quanti invece intendono speculare sulle vite e sulla salute di chi vi vive.
L’assemblea dunque proverà ad attraversare le lotte che oggi stanno interessando i nostri territori e l’intero Paese: dal diritto all'abitare al no alle grandi opere, dalla bonifica dei siti contaminati al diritto alla salute, dalle lotte contro discariche e mega impianti a quelle per la riappropriazione dei beni comuni e per l’acqua pubblica.
E’ per questo che l’assemblea sarà anche tappa regionale della CAROVANA NAZIONALE DELL'ACQUA che attraverserà vari territori e proverà a costruire un percorso di mobilitazione che si concluderà il 25 marzo a Roma con un momento nazionale.
La tappa regionale della carovana vuole essere un momento, all’interno dell’assemblea, che provi a decostruire la narrazione istituzionale secondo la quale le colpe della crisi del servizio idrico sono tutte da addossare al cittadino evasore e sprecone tacendo sistematicamente sulle scelte politiche locali e nazionali centrate esclusivamente sul dogma delle privatizzazioni.
Il risultato in realtà è sotto gli occhi di tutti: interi territori risultano letteralmente senz’acqua o con forti riduzioni della portata durante la giornata e questo perché colpiti dagli assurdi meccanismi di ricatto messi in piedi dalla Sorical SpA, una società che, nonostante sia dal 2012 in liquidazione, continua a vessare intere comunità con punte di particolare allarme in alcuni contesti urbani come Lamezia Terme, Cosenza e Rende.
Collettivo Autogestito Casarossa40
Comitato Lametino Acqua Pubblica