Esattamente un anno fa esplose il caso: per le strade di Cosenza vennero affissi manifesti pubblicitari sessisti, il sindaco Mario Occhiuto ne ordinò l’immediata rimozione. Ma quest’ultimo, anziché ricevere delle scuse dall’azienda che – a suo dire – “mortificava le donne”, fu denunciato per abuso d’ufficio. A ottobre scorso la magistratura mise fine alla vicenda , “Quel manifesto era lesivo della dignità delle donne”, perciò Occhiuto “fece bene a imporre la rimozione”.
A distanza di 12 mesi, sempre nel giorno di S.Valentino, siamo punto e a capo. Da questa mattina in città si nota il manifesto con lo squallido slogan: “a San Valentino fatti fare un … regalino”. E’ il quarto anno di fila che la nota azienda di elettronica cosentina decide di attrarre i clienti con frasi a sfondo sessuale: “Per San Valentino… mettiglielo in mano!” , “‘A San Valentino mettila a 90 gradi“, “a San Valentino falla venire”.
Non c’è dubbio che dal punto di vista del marketing la “trovata” ha certamente raggiunto il proprio scopo: diventare virale, catturare attenzione, innescare dibattito.
Cos’è questa se non una forma di violenza di genere e una vergogna per la nostra città ? Cosa farà adesso il Sindaco di Cosenza, ignorato dall'azienda ? E' chiaro che il problema riguarda tutti noi, non solo le istituzioni.
L’ANCI e l’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria hanno siglato un protocollo per la dignità della donna e la parità di genere. Un strumento utile soprattutto contro le affissioni locali che sfuggono al controllo a cui sono sottoposte, invece, le concessionarie nazionali. Le amministrazioni locali possono infatti obbligare i concessionari locali a rispettare le nuove regole inserendo i principi dell'autodisciplina nel regolamento locale.
Bisogna tenere a mente il paese in cui viviamo:”L’Italia è un paese storicamente sessista: solo nel 1981 sono state abolite le attenuanti per il cosiddetto delitto d’onore. Solo nel 1996 la violenza sessuale è stata riconosciuta come reato contro la persona (in precedenza era classificata come delitto contro la moralità pubblica e il buon costume). Solo dal 2009 lo stalking è definito come atto persecutorio. Mentre gli omicidi diminuiscono di due terzi in vent’anni (dato Istat: 1.275 omicidi nel 1992, 466 nel 2010) i femminicidi restano stabili: circa uno ogni tre giorni. Inoltre: abbiamo un’avvilente percentuale di occupazione femminile (rapporto Istat BES 2013 pag 62/64). Oltre il 70% del lavoro domestico e di cura continua a ricadere sulle spalle delle donne, e l’Italia continua a essere ampiamente sotto media Ocse per aiuti alla famiglia”.
La più importante novità è rappresentata dal movimento “Non una di meno”, partito dall’America latina e presente in moltissimi paesi.