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Olivieri: la Metrotramvia fa chiudere il Liceo “E.Fermi” ? (AUDIO)

Ai nostri microfoni l’economista Matteo Olivieri ci spiega perché potrebbe esistere una stretta relazione tra la dichiarazione di inagibilità della sede di via Isnardi del Liceo Scientifico "E. Fermi" e gli impatti acustici e vibrazionali causati dalla realizzazione della metrotramvia.

Ascoltiamolo

      Metrotramvia: Matteo Olivieri


La Metrotramvia fa chiudere il Liceo Scientifico Enrico Fermi ?

Sta suscitando molto clamore la decisione di chiudere il Liceo Scientifico “Enrico Fermi” di Cosenza a seguito della dichiarazione di inagibilità da parte della Provincia. Studenti e genitori hanno occupato la struttura, scandalizzati rispetto ad una decisione tanto improvvisa, ma che – a quanto si apprende – era nota da tempo al dirigente scolastico. La decisione potrebbe essere collegata alla imminente realizzazione della metrotramvia Cosenza-Rende-Unical.

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di Matteo Olivieri

Nei giorni scorsi scrivevo degli impatti acustici e vibrazionali causati dalla realizzazione della metrotramvia, per come emerso dai documenti ufficiali relativi alla gara per l’affidamento dell’incarico di direttore dell’opera e di direttori di cantiere. Non coglie dunque di sorpresa la quasi contemporanea decisione presa dalla Provincia di Cosenza di dichiarare «inagibile» il Liceo Scientifico “Enrico Fermi” (ubicato sul viale Parco di Cosenza). Le due vicende, infatti, potrebbero essere strettamente collegate. Per rendersene conto, basta dare un’occhiata alle tavole e confrontarle con la normativa vigente in materia di inquinamento acustico generato da rumori e da vibrazioni.


I livelli di esposizione alle vibrazioni causate dalla metrotramvia sono stati stimati sulla base delle linee guida UNI 9614 che prevedono un «ambito di potenziale disturbo con il sistema edificato pari a circa 10 di metri».
Si apprende così che la facciata del plesso scolastico ricade all’interno dell’area contrassegnata nel progetto da valori “minori di 68 decibel”, e che tutto l’edificio deve essere monitorato per quanto riguarda la componente vibrazionale. A norma di legge, infatti, le scuole poste in prossimità delle attività di cantiere rappresentano dei «ricettori sensibili», nelle cui vicinanze la legge italiana prevede dei limiti diurni di emissioni acustiche pari a 45 decibel. Dunque, la presenza della scuola è incompatibile con la presenza di trasporto pubblico su rotaia posto a meno di 10 metri di distanza. Ma, invece di fermare il progetto, evidentemente si preferisce spostare la scuola. Perché?

Il caso citato riguarda solo una delle numerose anomalie contenute nel progetto, che – a proposito di corretta definizione degli impatti acustici sui «ricettori sensibili» usa una terminologia volutamente vaga e a volte contraddittoria. Che cosa significa esattamente “minore di 68 decibel”? Per togliere qualsiasi dubbio, si può far riferimento ai documenti del progetto definitivo, che – al paragrafo 4.3.5. intitolato “Componente Rumore”, dice: «Per quanto attiene la fase di costruzione è stato verificato che il superamento del livello di 70 dB(A), individuato come soglia di riferimento, potenzialmente riscontrabile presso i fronti a distanze ≤30 metri, pone condizioni di criticità in alcune situazioni in cui si è rilevata la presenza di ricettori scolastici». E ancora, «in relazione al fronte avanzamento dei lavori si prevede il monitoraggio presso i fronti a distanze ≤ 30 metri, ove potrebbe essere riscontrabile il superamento di tale livello. Si rilevano potenziali condizioni di criticità nelle seguenti situazioni: ricettore 1– Liceo scientifico E. Fermi, […]».


Nel Piano di Monitoraggio Ambientale si legge tra l’altro che «il livello di vibrazione disturbanti per la popolazione, potrà coinvolgere il primo fronte edificato.» Tali livelli di vibrazione «resteranno ampiamente all’interno dei limiti di danno strutturale lieve, e quindi non si prevedono problemi di indennizzi o ripristini a seguito delle attività di costruzione della infrastruttura.»
Nel documento progettuale si fa esplicito riferimento a «condizioni di criticità», tra cui quella del Liceo Scientifico Enrico Fermi di Cosenza e di altri 5 istituti scolastici sparsi tra Cosenza e Rende, ovvero la Scuola dell’infanzia Collodi; l’Istituto di istruzione secondaria P. Mancini; il Liceo scientifico E. Scorza; il Liceo scientifico Pitagora (Rende) e la Scuola magistrale De Vincenti (Rende). Laddove è possibile, è stata prevista la posa di barriere acustiche temporanee durante la fase di cantiere. Dopo, ognuno si arrangi. Infatti, una volta che la metrotramvia entrerà in funzione, alla mitigazione degli impatti acustici dovranno pensare i singoli proprietari di case, visto che nello stesso documento si legge pure che, «in tutte le altre condizioni invece, eventuali superamenti dei livelli di zonizzazione potranno essere gestiti con richiesta di autorizzazione in deroga.»

 
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Quindi, caso apparentemente chiuso. Così si spiegano pure le perplessità di tanti cittadini che – come riferisce la stampa locale – si domandano come sia possibile che «in 50 anni di storia, l’istituto è stato sempre attivo e improvvisamente dall’8 settembre scorso non è più agibile». Per come riportato dalla stampa, le parole del dirigente scolastico del Liceo Scientifico “Enrico Fermi” non sono affatto rassicuranti: “Dalle prove eseguite dal consulente esterno nominato a febbraio 2017 è emerso che l’edificio non rispecchia le Nuove norme tecniche e presenta valori di vulnerabilità strutturale tali da non poter resistere nemmeno al peso proprio”.


Nel piano di monitoraggio ambientale contenuto nel progetto definitivo, ben 5 plessi scolastici tra Cosenza e Rende e tutte le abitazioni a distanza ridotta dai binari della metrotramvia rappresentano «condizioni di criticità».
A quanto pare, dunque, la notizia della inagibilità della struttura circolava almeno da Febbraio 2017, ma non è mai stata divulgata pubblicamente fino ad ora. Né è stata predisposta la chiusura immediata dell’edificio durante il precedente anno scolastico, nonostante la quotidiana presenza di migliaia di studenti. Perché? Se la «vulnerabilità strutturale» era stata già rilevata a Febbraio, chi si è assunto la responsabilità penale di eventuali incidenti?

Quel che emerge in tutta questa vicenda è il fatto che, pur di realizzare questa metrotramvia inutile e costosa, si metta sotto i piedi tutto il resto, compresa la normativa vigente nonché la legittima aspettativa dei residenti di dormire sonni tranquilli. Anzi, la normativa verrà piegata alle esigenze della metrotramvia, come dimostra il fatto che in assenza di Piano di Classificazione Acustica comunale dei Comuni di Cosenza e Rende la zonizzazione acustica verrà effettuata dopo la realizzazione dell’infrastruttura (quando il rumore di fondo delle città di Cosenza e di Rende subirà un deciso peggioramento), e non prima, come invece richiedono da almeno 3 anni i cittadini di Rende. Insomma, si deve costruire una città-modello, con o senza il beneplacito dei cittadini che la vivono. Benvenuti nell’era del populismo al potere!

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