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L’alternanza scuola-lavoro è sfruttamento, continuano le proteste(AUDIO).

Venerdì 13 ottobre migliaia di studenti sono scesi in piazza contro l’alternanza scuola-lavoro, vero e proprio sistema di sfruttamento legalizzato e spacciato per opportunità di crescita, fortemente criticato dagli stessi soggetti a cui è rivolto.
L’alternanza si applica a circa 1,5 milioni di persone ogni anno. Un enorme immissione di forza-lavoro a costo nullo nel mercato, che invece di ridurre la disoccupazione promuove ulteriori riduzioni di diritti dato che la competizione aumenterà a dismisura. Studio e lavoro si svolgono entrambi sotto ricatto, in mancanza di prospettive.

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La ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, ha ribadito che questa misura di sfruttamento : «È uno strumento che offre alle studentesse e agli studenti la possibilità di acquisire competenze trasversali e consente loro di orientarsi con più consapevolezza verso il loro futuro di studi e lavorativo». Questa è la linea del Governo e del Partito Democratico, nemico acerrimo dei giovani di questo paese. Che competenze offre agli studenti lavorare senza essere retribuiti da Ikea , McDonald’s, Poste Italiane, Zara, Coop ecc. ?

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Sul sito del Miur si legge: “Lo studente in alternanza non è mai un lavoratore, ma apprende competenze coerenti con il percorso di studi scelto in realtà operative” , nei fatti non solo lo studente risulta lavoratore ma anche sfruttato. Si spendono 100 milioni di euro l’anno, dimenticando le condizioni in cui versa la scuola italiana, tra controsoffitti che crollano e cattedre vacanti.

Abbiamo ascoltato Claudio Dionesalvi, docente della scuola pubblica.

      Scuola: Claudio Dionesalvi

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