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Cosenza: studenti liceali sfruttati nelle cliniche private. L’alternanza scuola-lavoro non è formazione.

Sono una studentessa cosentina , ieri ho iniziato l’alternanza scuola-lavoro. Fino al 25 gennaio dalle 15.30 alle 18.30, sarò in una clinica privata di proprietà di uno dei più importanti gruppi imprenditoriali meridionali,che tra vigneti e sanità , muove una grossa fetta dell'economia del territorio.


L’azienda, che fattura diversi milioni e ha migliaia di dipendenti, è stata coinvolta più volte in scandali e situazioni poco chiare.
Ogni giorno sarò obbligata a sacrificare il mio pomeriggio, il mio tempo libero per una decantata formazione. Ma quale formazione sarà per me diventare manodopera gratuita in una clinica privata? Ma quale formazione sarà per me servire caffè ai medici o pulire i corridoi?

Ieri, durante il “giro turistico” delle cliniche condotta da improvvisati “Ciceroni ”, che non erano neppure a conoscenza della visita che la mia classe avrebbe fatto, mi sono sentita ripetere dai dirigenti dell'azienda in cui lavoriamo (così chiamata persino dai medici che lavorano nella suddetta) che è un'opportunità che loro offrono a noi studenti.
Noi che già a 16 anni dobbiamo sentirci urlare nelle orecchie che sono loro a darci le opportunità, che se sto li devo ringraziare loro, noi studenti che già a questa età siamo incoraggiati a ragionare come se fossimo in un posto di lavoro: c'è un capo, devo fare quello che mi dice altrimenti mi licenzia (o mi abbassa il voto in questo caso).Devo ringraziare i dirigenti per avermi dato il grandissimo onore di avere un lavoro, perché, si sa, in una società in cui il tasso di disoccupazione è altissimo, io devo esser grata di avere un’occupazione.

Per diverse settimane dovrò recarmi in un luogo per fare cose che detesto, gratuitamente, sottostando ai compiti mi verranno imposti, sottraendo tempo alla mie giornate.

Ma non termina qui, c’è una beffa ulteriore. Frequento il più importante e antico liceo della Calabria e l’amministrazione scolastica non restituisce nemmeno a noi studenti i soldi del pullman che usiamo per raggiungere il posto di lavoro, siamo obbligati a pagare 5 € per una pettorina che dovremo indossare nelle ore in cui svolgiamo l'alternanza scuola-lavoro.
Quindi non solo lavoriamo gratis, ma dobbiamo anche rimetterci di tasca nostra!

Dopo questo primo giorno di alternanza ho iniziato a comprendere gli slogan che ogni giorno migliaia di giovani, a Cosenza e in tutta Italia, scandiscono contro questa riforma. Ora inizio a capire cosa voglia dire "lavorare", o meglio, inizio a capire cosa sia il mondo del lavoro, ed inizio a capire che questo mondo non mi appartiene e non dovrebbe appartenere a nessuno studente 16enne.

Se essere costretta a stare tre ore al giorno in un posto in cui non hai scelto di andare, senza capirne l’utilità (ah! Si! Esperienza formativa, dimenticavo), ad ascoltare gente che ripete in “loop” che dovresti essere grata di poter fare questa esperienza, è ciò che mi aspetta in futuro, devo ringraziare la Scuola per avermi dato l’opportunità di conoscere da vicino ciò contro cui mi batto e lotto quotidianamente.

Una studentessa.

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