Bocciato il cosiddetto Ecodistretto! Il progetto proposto dall’Amministrazione di Castrovillari per portare i rifiuti della Provincia di Cosenza in un mega-impianto da allocare a fianco del cementificio Italcementi è stato dunque bocciato dalla Regione Calabria. Bocciato per l’opposizione e la mobilitazione delle popolazioni, bocciato per tutta una serie di vincoli escludenti presentati in un documento elaborato a cura del “Comitato per la Difesa del Territorio – Pollino”. Un lavoro di ricerca e di studio che l’Amministrazione di Castrovillari avrebbe avuto l’obbligo di fare –in quanto atto dovuto- prima di inviare la propria dissennata candidatura a ricettacolo della spazzatura provinciale. E che colpevolmente non ha fatto, sollevando una mobilitazione popolare e creando un grande allarme sociale di cui non si sentiva alcuna necessità. Un comportamento tra il superficiale e il doloso assolutamente inescusabile, condotto, tra l’altro, in un clima di scandalosa clandestinità (mancata tempestiva informazione addirittura ai Consiglieri comunali).
Assieme al cosiddetto ecodistretto viene bocciato il tentativo di aggressione al territorio, alla salute delle popolazioni e ai loro interessi economici ed occupazionali, al loro diritto alla partecipazione democratica nelle scelte che li coinvolgono pienamente e da cui l’Amministrazione di Castrovillari ha cercato di escluderli, ammantando questa brutta vicenda sotto l’alibi –durato per altro assai poco- di un velleitario e bugiardo tentativo di solidarietà ai lavoratori del cementificio in cassa integrazione. Ipotesi irrealizzabile per mille ragioni: l’assenza di qualsiasi accordo al riguardo con Italcementi, i tempi di realizzazione (incompatibili con quelli della cassa integrazione), le qualifiche professionali necessarie, l’estrema esiguità dei posti collegati al megaimpianto, e via dicendo.
Ma altri due aspetti emergono da questa sconcertante vicenda. Il primo, suggerito da anni di aggressioni sempre uguali, è che il nostro territorio è affetto da una classe politica che pensa che l’unico futuro della nostra terra sia nei rifiuti, dimenticando il patrimonio ambientale, turistico e delle eccellenze agro-alimentari che invece lo caratterizza e che potrebbe dare assai di più di quanto già non dia, se solo ci fosse un governo del territorio adeguato. Il secondo aspetto deriva dalla lettura della nota della Regione Calabria, contenente la bocciatura delle autocandidature di Castrovillari e Castrolibero. Tra le motivazioni, chiaramente espresse nelle osservazioni inviate in regione ma soltanto parzialmente riportate nella nota regionale, vi è quello dell’assetto idrogeologico e sismico della zona. Inoltre, e dato che, nella nota regionale e nelle parole di esponenti istituzionali del territorio, si fa cenno ad una “filiera del legno” da allocare sempre in area cementificio, per alimentare la centrale dell’Enel della valle del Mercure, mettiamo in guardia su possibili, nuove e analogamente impraticabili e dannose iniziative. Infatti è proprio di questi giorni l’enorme clamore sollevato da tutti i mezzi di informazione che grondano di allarmanti notizie riguardo proprio la filiera del legno, controllata dalla ‘ndrangheta per alimentare le centrali a biomasse, prima tra tutte il “mostro del Mercure” dispensatore di danni ambientali e rischi per la salute nel cuore del Parco del Pollino.
Facciamo presente a tutti gli “attori” del tavolo che prende nome da un ex Assessore regionale dimessosi perché iscritta nel registro degli indagati dalla direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, che sull’area del cementificio, in base alla sua pericolosità sismica (l’area si trova esattamente sopra ben due faglie, quella di Frascineto e quella del Pollino) non è consentita nessuna nuova edificazione, ma soltanto il consolidamento antisismico delle strutture già presenti.
Diciamo questo a futura memoria, per evitare nuove improvvide e illegali pseudo-iniziative, strumentalmente adottate dai soliti politicanti di turno, alle spalle di ignari e incolpevoli lavoratori.
Abbiamo invece una proposta operativa -alternativa e praticabile-, che unirebbe fattibilità, occupazione, coerenza con il tessuto sociale e produttivo dell’area. Si inserisca l’area del cementificio –ormai solo centro di macinazione- nel programma regionale delle bonifiche e lo si colleghi con attività di promozione turistica, ambientale ed eno-gastronomica, nonché con iniziative di trasformazione dei prodotti agricoli locali. Tutte cose che coniugherebbero le vere vocazioni del territorio con aspetti occupazionali reali e concreti.
Il Comitato per la Difesa del Territorio – Pollino