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Storie di strada: Racconti dai sotterranei urbani cosentini, intervista a Francesca (AUDIO)

"Waking Life", film di Richard Linklater, oltre ad essere un viaggio nell'oscuro e affascinante mondo onirico, ci spiega l'involuzione alla quale la nostra società sta andando incontro. Alcune volte la nostra società assume sempre di più le sembianze di un formicaio. Quando camminiamo per strada siamo sempre presi dai nostri pensieri oppure siamo impegnati a controllare la nostra vita virtuale sui social. Siamo come delle formiche che, quando si incrociano, si urtano per poi proseguire in direzioni diverse. E' proprio questo è il problema, abbiamo perso la capacità di immaginare le storie che si celano dietro i volti che incrociamo per strada, abbiamo perso la sensibilità necessaria per immedesimarsi nei panni dell'altro e comprendere la sua storia. La città è piena di storie che meriterebbero di essere conosciute, nei sotterranei urbani cosentini vivono tanti figli di Telesio, molti sono figli adottivi di Berdardino, si tratta di folli, eretici e poeti. Gente che tra i marciapiedi e le panchine ha trovato la sua casa. Mamma strada si prende cura di loro, li avvolge tra le sue braccia e gli insegna a vivere, già perchè a volte la strada diventa l'unica compagna di vita. Ed è proprio in questi luoghi che si scopre la vera essenza della nostra città, è attraverso il respiro di queste persone che il cuore di Cosenza pulsa ininterrottamente. 

La storia che voglio raccontare oggi è la storia di Francesca, lei è una persona molto conosciuta in città. Forse non tutti sanno che Francesca vive nella sua automobile non per una propria scelta, ma se la vita fosse stata un pò più clemente con lei sicuramente oggi dormirebbe in un posto più caldo. Francesca ci tiene a sottolineare che lei è natia di Cosenza ed è molto legata al "suo" quartiere, quello di Via 24 Maggio. Per molti anni ha vissuto a Roma, dove ha studiato medicina, le cattive condizioni di salute della madre poi la hanno spinta a ritornare nuovamente nella città dei Bruzi. Quando mi avvicino a lei la trovo indaffarata a completare un Sudoku, gli chiedo quali sono le sue passioni e non faccio in tempo a finire la domanda che lei subito mi mostra un quaderno. Quando lo apro rimango sorpreso. Dentro il quaderno si trovano scritte una miriade di poesie. Lei lo custodisce gelosamente da molti anni, si emoziona, si sfiora i capelli e inizia a leggermene una e poi un altra e poi un altra ancora. Francesca, oltre ad essere un appassionata di Eugenio Montale, è una vera e propria poetessa urbana. A lei piace molto passeggiare su Corso Mazzini, si ferma ad osservare le statue del Mab e su di esse scrive delle poesie. Me ne legge una sulle "Tre Colonne", mi racconta che l'ispirazione gli è venuta quando un camion della spazzatura urtò alla statua facendone venire giù una. E poi ancora un altra sulla statua del "Cardinale" che lei chiama il "Vescovo", perchè a Cosenza è questa la massima carica della curia. Poi ancora ne legge un altra sulla "Bagnante". Insomma Francesca è una persona che vive a pieno la nostra città, conosce ogni angolo, osserva con attenzione ogni fenomeno, attraverso le sue poesie viene narrata la storia di Cosenza. Due scritti colpiscono la mia attenzione:

" Io vissi                                                   

ma del mio vivere

nessuno sa

tranne me,

l'unica protagonista

della mia vita. "

 

" La mia solutidine

delicata conchiglia

in cui io, perla,

regno sovrana. "

Non nascondo che alla lettura di queste poesie mi sono emozionato molto. Chiedo a Francesca di scattarci una foto da pubblicare in allegato a questo articolo ma lei mi risponde negativamente perchè dice che è trasandata, soprattutto dice che verrà il giorno in cui si mostrerà. Alchè io dico a Francesca che la vera bellezza non è quella estetica, ma è quella che si trova dentro le sue poesie. Lei è una "perla", invito te che stai leggendo ad andarla a trovare, a chiederle delle sue poesie, lei vive nella sua "conchiglia", difronte l'Hotel Centrale Occupato, li si prende cura dei suoi gatti, i suoi compagni di vita.

Prima di salutarci Francesca legge un altra poesia, prende ispirazione del 5 Maggio di Manzoni, il "bel pavone" di cui parla, sarebbe Silvio Berlusconi, insomma una poesia perfetta per descrivere la becera campagna elettorale a cui stiamo assistendo. A voi l'ascolto. 

      Francesca, la poetessa urbana

R.P. 

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