Calabria, COMUNICATI, comunità, cosenza, sanità

Azzeriamo il debito della sanità pubblica

La pandemia del Covid-19 ha messo in luce le carenze disastrose di una sanità, ma sarebbe meglio dire, medicina, pubblica martoriata da decenni di tagli e da processi tendenti sempre a favorire la privatizzazione.
Con danni clamorosi provocati dallo smantellamento, ormai quasi completo, operato nei confronti della medicina del territorio, dalla rete di distretti sanitari di quartiere, agli ambulatori di medicina generale, alla medicina scolastica, ai centri vaccinali, ai consultori, vale a dire a quella rete di presidi sanitari territoriali che esistevano fin dai tempi delle mutue e che sono stati progressivamente smantellati quasi del tutto. Questa rete, per quanto imperfetta, avrebbe consentito almeno una maggiore e diffusa presenza sul territorio, con un controllo epidemiologico più diffuso e un intervento più incisivo sulle malattie infettive
Gli ospedali trasformati in Azienda(sic), al contrario del piccolo presidio sanitario, non hanno alcun rapporto sinergico con il territorio circostante e non ne conoscono le criticità sanitarie, quindi non hanno alcuna possibilità-necessità di effettuare una medicina preventiva. Figuriamoci in una provincia così vasta come quella cosentina ridotta con un solo Ospedale-Azienda funzionante
La tendenza dei tagli è tutta politica e per nulla efficiente (il covid ha dimostrato ch’è solo la medicina pubblica a essere utile nei casi di pandemia e per nulla quella privata).
il Privato in Calabria si è rivelato come una comoda barca, un ricco yacht, buono in acque di bonaccia che non è servito per essere utilizzato in tempi di burrasca o di guerra
Alla sanità cosi detta privata per ogni ospite RSA la Regione Calabria versa giornalmente 150 euro a persona-
Mentre nella sanità Pubblica si è fatto ricorso ai famigerati ticket sanitari; alla possibilità per i medici specialisti di effettuare visite private intra moenia, cioè dentro l’ospedale, con ciò dando luogo all’allungamento dei tempi necessari per ottenere una prestazione a carico del SSN, con l’inevitabile effetto di dover ricorrere al privato in caso di urgenza. Tutte manifestazioni, ormai più che note, della necessità capitalistica di far profitto sulla medicina e sulla sanità in generale.
La politica sanitaria infarcita di aziendalismo, con i suoi 37 miliardi di tagli senza alcun investimento ha fallito. Anche guardando i dati crudi. A fronte di un risparmio di 37 miliardi in 10 anni, l’inefficienza del sistema sanitario pubblico ci è costata più di 500 miliardi in un solo anno.
Proprio nel punto alto della crisi pandemica dobbiamo puntare a nuovi investimenti sulla sanita
Gli ospedali chiusi a Lungro, San Marco, Cariati e tutti quelli semi-chiusi Trebisacce e Mormanno devono riaprire!
Se non ora quando!

Ma non solo chiediamo che ci sia maggior cura d’investimenti e in risorse umane per la medicina generale e preventiva del territorio. Ma che siano diffusi pe rogni paese e ogni quartiere cittadino; anche per costituire una rete di rilevazione dei fattori di rischio e di prevenzione sul territorio.
Ma per fare questo è necessario in Calabria abbattere il debito della Sanità, maturato dalla clientelare gestione di manager e commissari e dirigenti e politici regionali.
Azzeriamo il Debito della sanità pubblica
Lavoriamo per una vera medicina del territorio collegandola ai collettivi territoriali, associazioni, a movimenti operanti sul territorio per creare forme di autogestione della salute.


La Ciroma

Comments are closed.