Domenica 29 ottobre alle ore 17:00 al Teatro dell'Acquario si terrà l'assemblea pubblica dei comitati cittadini.Oggi abbiamo raccolto le parole di Mario Pescatore del Comitato No Metro.
NO ALLA METRO E SI AL VIALE perché:
- Il costo medio in Europa di infrastrutture di questo genere è pari a 20 Milioni Euro/km, per cui il costo della sola infrastruttura (considerando 11 km di linea) ammonterebbe a 220 Milioni Euro;
- I 160 mln di euro finanziati potrebbero essere insufficienti per il suo completamento senza considerare che siamo in Italia dove i costi e i tempi delle opere pubbliche, spesso, lievitano in maniera quanto meno poco legittima, l’esempio lampante è l’A3/A2;
- Non è chiaro quanti soldi occorrono per il mantenimento del servizio, si parla di 3 milioni di euro per il solo trasporto, ma non viene detto a quanto ammontano i costi di gestione dell’infrastruttura, che in casi similari come Bergamo, ammontano a oltre 3 mln di euro, e quindi complessivamente a 6 mln di euro volendo essere ottimisti;
- Non risolve, nell’immediato, la problematica della mobilità in città infatti, occorrono almeno 6 anni tra realizzazione e collaudi per poter avviare il servizio;
- Non ha le caratteristiche per essere la dorsale del trasporto collettivo, la capacità , da progetto, è di 1500 persone ora;
- Non garantisce un trasporto veloce, impiegherà almeno 35/40 minuti per raggiungere l’Unical. Con altri sistemi molto più evoluti tecnologicamente e totalmente elettrici, è possibile impiegare meno tempo mantenendo le stesse capacità di carico, risulterebbero meno invasivi dal punto di vista urbanistico, più flessibili e quindi adeguati rispetto ai numeri dei residenti. L’offerta di trasporto è contenuta in termini di veicoli, a regime si prevedono una decina di corse, mentre nella prima fase le corse saranno 5/6 ogni ora, con una frequenza di una ogni 10/12 minuti e di una ogni 30 minuti nell’ora di morbida per un totale di 63 coppie di corse. Possiamo ipotizzare che il servizio, complessivamente, non è adeguato e in futuro è previsto un suo incremento che potrebbe però non avere copertura economica anche per effetto dei tagli previsti con l’adozione dei costi standard;
- Il numero dei residenti tra Cosenza e Rende pari all’incirca a 105.000, non giustifica la realizzazione di un’infrastruttura che è consigliata per agglomerati urbani con residenti in numero superiore ai 250.000;
- E’ un sistema di trasporto che mantiene le caratteristiche della tranvia, ma che per poter garantire velocità commerciali alte e una elevata capacità di trasporto, necessità di adeguati provvedimenti atti a ridurre le interferenze del sistema con il restante traffico veicolare e pedonale e quindi, ripropone la barriera fisica tra la città e i quartieri di Via Popilia;
- Il Parco Urbano, così come prospettato, opera di “abbellimento”, atteso che sia realizzato come primo lotto della metrotranvia, diventerà una barriera che limiterà l’accesso alla città delle macchine private e dei bus di linea, con grave nocumento per le attività commerciali e per i servizi, tenuto conto che l’infrastruttura potrà essere collaudata solo dopo la sua intera realizzazione. L'utilizzo parziale in corso d'opera del Parco Urbano, servirà solo per sostituire il servizio di AMACO mentre sarà precluso ai mezzi privati e agli autobus di linea di raggiungere il centro cittadino, lasciando inalterato il problema della mobilità da e per l'Unical.
- Le risorse impegnate nei fondi POR 2014/2020 non andranno perse ma potranno essere riprogrammate e utilizzate per progetti di mobilità sostenibile utili al territorio. A parità di risorse è possibile realizzare un vero sistema di mobilità collettiva che dia risposte complete e non parziali alle esigenze di mobilità come, appunto, la metrotranvia.