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Cosenza: Iacucci e il PD ci insegnano come uccidere una scuola

Come uccidere una scuola!


L’Istituto Tecnico Statale per Geometri “Quasimodo” di Cosenza ottiene la sua autonomia amministrativa nel 1965, pur essendo presente nella città di Cosenza fin dal 1910 nella sede di via Gravina a Colle Triglio. Fin dal momento in cui si raggiunge l’autonomia si pone il problema di trovare una sede adeguata, visto l’aumento demografico della popolazione e quindi degli iscritti. Ci si viene a trovare così, fino ai primi degli anni ’70, a una dislocazione del Geometra in due plessi: colle Triglio (fabbricato vetusto collocato dietro il noto palazzo Arnone), e viale Trieste. Le particolari condizioni strutturali della sede di colle Triglio creano uno stato di disagio nella popolazione studentesca che per anni consecutivi protesta chiedendo una sede adeguata con stati di agitazione che molti geometri che frequentarono l’Istituto in quegli anni ricordano ancora oggi; manifestazioni studentesche dentro e fuori l’Istituto con cortei e per le strade della città. Il cedimento strutturale del solaio di copertura del laboratorio di disegno (1972 - a quell’epoca responsabile del laboratorio era il Prof. Berardelli -) impose lo sgombero forzoso della sede di colle Triglio con la collocazione delle sezioni alloggiate in quel plesso (si pensi che complessivamente all’epoca si contavano 14 sezioni, dalla “A” alla “G”) nei monoblocchi prefabbricati collocati sul terreno residuo dell’area di pertinenza dell’attuale Istituto Monaco di via Popilia.


Anche quella sede non garantiva condizioni “ideali” per la sicurezza ambientale – si pensi al confort termico ed acustico nonché alla logistica delle funzioni di coordinamento tra un monoblocco e l’altro – e a quelle igienico sanitario. Ricominciò la protesta dell’utenza scolastica che, come per il trasferimento da colle Triglio, vedeva una coesione trasversale fondata sul disagio vissuto quotidianamente dagli studenti, agli insegnati ed al personale ATA.
La soluzione si trovò con la ricollocazione di una parte di quella scuola nel fabbricato di via Romualdo Montagna che prima ospitava il Pastificio Lecce. Il fabbricato non era certo nelle condizioni in cui è oggi conosciuto dai cittadini cosentini poiché, prima che l’ente Provincia collocasse gli Uffici del suo dipartimento Ambiente, effettuò una ristrutturazione rivendendo le condizioni strutturali (scale e ascensore), funzionali (distribuzione dei locali interni), impianti (elettrico, illuminazione, climatizzazione, ecc.) e finiture per conferire anche quell’immagine che certo non lascia, oggi, nessuna traccia di ciò che era quando veniva adibito a scuola per l’istituto Geometra.


Tutte le sedi in cui il Quasimodo ha, quindi, vissuto fino ad allora da “nomade precario” non avevano spazi adeguati alle attività laboratoriali indispensabili per l’espletamento delle attività didattiche proprie della formazione del Geometra. Così, mentre si è peregrinato per necessità imposte dalle contingenze, non è mai stato affrontato fino ad allora il problema della conformità dei locali alla bisogna della didattica.
Finalmente, dopo anni, anni e anni di proteste e agitazioni, nell’ottobre del 1995 l’Amministrazione Provinciale di Cosenza consegna all’impresa aggiudicataria i lavori per la costruzione del nuovo edificio e, nella primavera del 2001, le classi, la presidenza e gli uffici si trasferiscono tutti in via Morrone (traversa di via Popilia), sede che verrà, poi, completata nel settembre 2003.


Sicuramente nessun altro istituto cittadino ha vissuto una vita travagliata come quella del Quasimodo e proprio per tutti questi motivi, quando il presidente Iacucci riferisce alle scuole di affrontare sacrifici per il piano di dimensionamento scolastico, ignora o fa finta di non conoscere le vicende del Quasimodo.
Intere generazioni di cosentini e di alunni provenienti dalla provincia si sono formate, umanamente e professionalmente, in questa scuola tecnica. Oggi, con la nuova sede di via Morrone l’IT “Quasimodo” di Cosenza si è accreditato di spazi ideali per aule, laboratori e impianti adeguati e sofisticati, irrinunciabili a quella domanda di formazione sempre più tecnologicamente avanzata necessaria a soddisfare una professionalità rispetto alla quale il mercato del lavoro non fa sconti!
Sottovalutare o addirittura non tener conto di questo carattere fondativo dell’Istituto per Geometri significa avere una visione rozza e grossolana della realtà scolastica da parte dei decisori politici che, purtroppo, invece di risolvere i problemi, li creano, essendo la maggior parte delle volte insufficienti o addirittura latitanti alle richieste di aiuto da parte delle scuole.


In un momento storico in cui l’istruzione tecnica è rilanciata da parte del MIUR e la domanda dei tecnici diplomati è molto alta in ambito nazionale, bisogna assistere a questi interventi d’”ascia” scaturiti da visioni miopi di chi considera solo la voce di “spesa” del bilancio dell’Ente Provincia senza guardare al valore dell’Istituzione che, da sola, si occupa del nostro futuro. Considerare, poi, il solo numero di studenti per esprimere un giudizio di adeguatezza di un istituto scolastico a una specifica scuola superiore è indice di profonda ignoranza della realtà scolastica simile solo a colui il quale ritiene che un edificio già utilizzato ad albergo per 300 utenti possa essere convertito in ospedale per un numero uguale di pazienti a prescindere delle sale operatorie, dei laboratori di analisi, di diagnostica, farmacia, ecc, ecc, ecc.

Gli studenti e le studentesse del "Quasimodo-Serra"

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