Anche quest'anno tra il 7 e il 12 maggio, ancora dopo tredici anni di boicottaggi a tappeto e proteste continue sia da parte del corpo insegnanti, che degli alunni stessi, si svolgeranno le prove INVALSI. Queste prove consistono in test a crocette su italiano, matematica e quesiti di tipo personale e vengono somministrate agli studenti di seconda superiore. Questi test sono uguali per ogni istituto e liceo di tutta Italia, non tengono conto quindi delle materie studiate in maniera differente da scuola a scuola e degli argomenti più approfonditi in base all'indirizzo. Inoltre domande sono per la maggioranza a risposta multipla e quindi non permettono di sviluppare la risposta in maniera soggettiva e argomentativa.
Attraverso questi test si promuove una cultura standardizzata e misurata, la solita cultura in pillole che ci viene imboccata di forza nelle scuole di oggi, anche attraverso allenamenti appositi per lo svolgimento di test simili alla modalità delle invalsi.
Non crediamo che attraverso queste prove si possa capire il grado di conoscenza di un istituto, riteniamo siano più utili ad aumentare il divario tra scuole di serie A, alle quali saranno destinati i fondi, e scuole di serie B. Attraverso le Invalsi non si fa altro che sacrificare l'insegnamento e la cultura a favore di una malsana competizione tra scuole.
Le Invalsi non sono altro che l'ennesimo strumento rappresentativo di una scuola che si va via via trasformando in un'azienda che sforna automi omologati. Questi test, in perfetto ordine con la riforma della buona scuola, non fanno altro che promuovere un modello unico di conoscenza, senza tenere conto delle singole intelligenze di noi studenti.
Quest'anno le prove INVALSI hanno subito qualche "perfezionamento": innanzitutto i test si svolgeranno online e la data è da scegliere dal 7 al 12 maggio in consiglio di istituto, quindi varierà da scuola in scuola. Gli studenti assenti durante le prove dovranno recuperarle poi singolarmente, rendendo il boicottaggio più complicato. Perché non bastavano le minacce di diminuire il voto in condotta che tantissime volte sono state rivolte a noi studenti, ora, oltre alle minacce, saremo obbligati a fare il test.
Altra novità è la misura "Effetto Scuola" che permetterà agli insegnanti di controllare le prove fatte dai propri alunni, facendo perdere l'anonimato delle prove. Ciò renderà le prove utilizzabili anche come metodo di valutazione, facendo cadere il loro iniziale obiettivo:la valutazione complessiva della scuola.
L'anno scorso il tasso di boicottaggio nella provincia di Cosenza è stato altissimo: 100% di boicottaggio dei test all’ITI Monaco e all’ITC Cosentino di Rende, 90% al Pezzullo, 80% all’alberghiero Mancini e al Liceo Scientifico Scorza, 70% al liceo scientifico E. Fermi e all’IIS Castrolibero, 60% nell’istituto professionale Da Vinci e al Liceo Pitagora di Rende e il boicottaggio in tre classi del liceo Classico Telesio.
Anche quest'anno c'è bisogno di boicottare questi test, non solo perché sono prove inutili e dispendiose, ma per esprimere un rifiuto verso una scuola che riduce la cultura a dei semplici quiz.
Noi studenti pretendiamo un sapere che ci porti riflessione e sapere critico, ma soprattutto vogliamo riprenderci il nostro spazio nella discussione di ciò che ci riguarda. Da anni il nostro coro è unito: NO INVALSI, alziamo i numeri (già notevoli) di boicottaggio e riprendiamoci la scuola come la vogliamo noi.
Anche quest'anno non saremo solo dei codici e lo dimostreremo, non saranno i vostri dettami a fermare il nostro boicottaggio.
Collettivo Autonomo Studentesco